Il pastore

Simboli biblici

Prima di entrare nella terra promessa il popolo d'Israele viveva di pastorizia. I patriarchi erano pastori e, persino, Rachele, futura moglie di Giacobbe, pasceva le pecore (Gen 29,9). Da questa esperienza quotidiana, la figura del pastore delle pecore e degli agnellini diventa simbolo del rapporto unico tra Dio e del suo popolo che egli ama.

Dio è l'unico vero Pastore del popolo (Gen 48,15; 49,24; Sal 23; 80). Questa immagine, è collegata all'Esodo dall'Egitto, quando Dio «fece uscire» il suo popolo dall'Egitto e lo condusse verso la libertà, donandogli una terra dove vivere libero e felice (Es 3,10; cfr. At 7,36; 13,17; Eb 8,9). Dio, come pastore, cammina davanti alle pecore (Dt 1,30; Sal 68,8; Mi 2,13), le guida nel cammino, le difende dai nemici, le nasconde ai loro occhi, scandisce le tappe del loro cammino. Dona loro le quaglie, la manna (Es. 16,1-36) e l'acqua (Es.17,6). Durante l'esilio babilonese e al ritorno dall'esilio, Dio di nuovo 'farà uscire' il popolo che vive in mezzo alle genti dove era disceso (Ez 34,13). I profeti considerano questo ritorno nella terra un secondo Esodo più luminoso del primo perché fa uscire dalla schiavitù del peccato per vivere una nuova fedeltà all'alleanza.

Dio affida i compiti specifici del pastore a determinate persone che investe di autorità e responsabilità: i capi del popolo in particolare i giudici, i re (2Sam 5,2; Ez 34,2s.; 37,24; Ger 3,15). Mosè, Giosuè, i Giudici, Davide - e anche il re pagano Ciro (cfr. Is 45,2) - devono guidare il popolo, come pastori, secondo lo stile premuroso di Dio. Nel corso della sto-ria vi furono pastori infedeli i quali come mercenari sfruttarono le pecore/popolo lasciandolo andare in rovina. I profeti rivolgono loro minacce pesanti a nome di Dio. La sua collera «li spazzerà via» (Ger 23; Ez 34) ed egli promette un pastore secondo il suo cuore (Ez 34,23): grazie a lui, Israele «sarà salvato e abiterà nella sicurezza» (Ger 23,5ss).

I vangeli sinottici presentano Gesù come il pastore secondo il cuore di Dio che si muove a compassione per le folle, stanche e sbandate perché come pecore senza pastore e se ne prende cura: le sfama con il cibo (Mt 9,36) e le guida con l'insegnamento (Mc 6,34). Pastore pieno di misericordia cerca la pecora perduta e trovatala la conduce a casa (Mt 18,12-13; Lc 15,4-6). Dopo la sua risurrezione, secondo quanto aveva promesso, come pastore risorto, precede i suoi, smarriti e disorientati dagli eventi pasquali, sul monte che aveva loro indicato e li raccoglie intorno a sé (cfr. Mt 26,30-32; 28,16). Tornerà nella gloria per il giudizio escatologico (Mt 25,31-33).

Per il quarto evangelista Gesù è il bel pastore che conosce le sue pecore una per una e per esse dona la sua vita (Gv 10,11-15). E' anche la «porta» delle sue pecore. Senza di essa il gregge rimane chiuso e prigioniero nel recinto, ed è preda dei ladri (v. 9). La porta insinua che Gesù pastore 'bello e fedele' dona sicurezza. Se la porta costituisce l'accesso all'ovile questo posto è occupato da Gesù, l'unico che mette in comunicazione con il Padre.

Da sapere

La conclusione della lettera/discorso agli Ebrei interpreta l'Esodo dall'Egitto alla luce della morte e risurrezione di Gesù. Mosè, come pastore, fece salire il popolo dall'Egitto liberandolo dalla schiavitù; Gesù, invece, è «il Pastore grande delle pecore» che Dio ha fatto salire non soltanto dal mare ma, con la sua risurrezione, "dai morti" , rendendo possibile ai credenti, uniti a lui, di operare ciò che è gradito a Dio (Eb 13,20;cfr.1 Pt 2,25).

 

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Esodo
Nuova versione introduzione e commento

Questo testo della Bibbia è un viaggio dell'uomo verso Dio, ma anche e soprattutto un viaggio di Dio verso l'uomo; è lui infatti il soggetto principale della storia esodale, come testimonia l'immenso spazio che la narrazione riserva al dialogo tra YHWH e Mosè.  

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