L'umiltà

Misericordia in pillole

"Nell'umiltà si esprime il vero senso di sé" (Rocco Quaglia).

"Vuoi essere un grande? Comincia con l'essere piccolo.
Vuoi erigere un edificio che arrivi fino al cielo?
Costruisci prima le fondamenta dell'umiltà".
E' una delle felici affermazioni di sant'Agostino.
Tutti ci portiamo dentro un infinito desiderio di grandezza,
un bisogno enorme di stima e di consenso;
tutti, pur nell'attuale confusione prodotta
anche dagli impellenti mezzi divulgativi,
in qualche modo vorremmo emergere.
E non siamo soli. Gli apostoli discutevano tra loro chi fosse il primo.
Giacomo e Giovanni ambivano sedere
uno alla destra e l'altro alla sinistra di Gesù
nel futuro suo regno di gloria senza fine.
Ma la vera grandezza è un'altra.
Uno sguardo libero e vero, carico di tenerezza su di sé
aiuta a scoprire le proprie infermità ben radicate nel cuore umano,
ma anche le sicure capacità e le attitudini,
quei doni preziosi che il Creatore ha deposto
con amore e rispetto nel nostro essere.
Perché umiltà non è denigrare se stessi,
sottovalutare le proprie capacità,
scegliere i secondi posti.
Umiltà è essere semplicemente veri e rispettosi
davanti a Dio, al prossimo, ma soprattutto a se stessi.
Perché, come ha scritto E. T. Benson,
"La superbia si preoccupa di chi abbia ragione.
L'umiltà si preoccupa di che cosa sia giusto".

  Pensiero di Rocco Quaglia, in: Vivere la benevolenza, Paoline, commento di Biancarosa Magliano


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