4. Le 10 parole della vocazione

Chiamata

Entriamo con la parola "chiamata" nel gergo tecnico del linguaggio della vocazione. Ma, pensandoci bene, la parola non è affatto esclusiva dell'ambito religioso, ed è comprensibile anche nel linguaggio "laico" e quotidiano, relativamente alla vita e alle relazioni.

Scrive papa Francesco: «Per discernere la propria vocazione, bisogna riconoscere che essa è la chiamata di un amico: Gesù. Agli amici, quando si fa un regalo, si regala il meglio. E questo non è necessariamente la cosa più costosa o difficile da procurare, ma quella che sappiamo darà gioia all'altro. Un amico ha una percezione così chiara di questo, che può visualizzare nella sua immaginazione il sorriso dell'amico mentre apre il suo regalo. Questo discernimento di amicizia è quello che propongo ai giovani come modello se vogliono capire qual è la volontà di Dio per la loro vita» (Christus vivit, 287).

1. Le 10 parole della vocazione 01

Link alla Bibbia

Dio parla. Tutta la Bibbia mostra la Parola di Dio all'uomo. Dio parla sempre per primo e provoca gli uomini e le donne, suoi interlocutori. Proviamo a pensare: ogni incontro dell'Antico e del Nuovo Testamento nasce quasi sempre da un appello di Dio, da un desiderio di scambio e di bene con ciascuno in ogni tempo. In modo forse per noi più chiaro, la chiamata di Dio a diventare suoi amici passa dalle parole di Gesù. Ci fermiamo oggi su un episodio, paradigma di tutte le chiamate.

Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui (MC 1,16-20).

Gesù passa, come per questi discepoli, nella vita di tutti i giorni, e a volte neanche ce ne accorgiamo. Senza giri di parole, chiama individualmente, ma anche in compagnia: la chiamata a stare con lui è personale ma che abbiamo bisogno di altri, di testimoni, soprattutto nei momenti più difficili, per cogliere quanto tanta bellezza sia vera e reale. La chiamata è sempre una chiamata a seguire colui che cammina, quindi non possiamo pensare che si risponda una volta per sempre: andare dietro a Gesù è una spinta a essere sempre in movimento, per cui... gambe in spalla! Lui chiama a essere di più ma di quello che siamo già: tu sei già prezioso, puoi sviluppare le tue qualità alla massima potenza e metterle a servizio degli altri perché si moltiplichino; non a caso invita i pescatori a diventare pescatori di uomini.

Cosa avranno capito quei quattro? Forse poco, ma ciò ci apre alla speranza: hanno ascoltato, si sono fidati e hanno risposto. Quello che forse spaventa è che la chiamata ha spesso come conseguenza il lasciare qualcosa... eppure questo è l'unico modo per scegliere: per avere una cosa, vivere un'esperienza, seguire una persona, bisogna scegliere di lasciare da parte le altre possibilità; ma non scegliere spesso significa rimanere eternamente dove si è, non camminare, non andare incontro a momenti unici nella vita!

Le 10 parole della vocazione 02

Link al sociale

Qual è la prima cosa che viene in mente, se usciamo dall'ambito religioso, quando sentiamo il sostantivo "chiamata"? Sono sicura che il primo pensiero va al telefono! Quante chiamate effettuate o perse nelle nostre giornate! Tutto questo è interessante: il desiderio di connettersi con altri, di comunicare, parte spesso da una chiamata telefonica, da un invito da una parte o dall'altra. Ma quali sono gli elementi di questo tipo di interazione?

1. Il desiderio, ma anche il coraggio e il superamento di sé da parte di qualcuno per rivolgersi a un altro, è un invito all'altra persona a entrare in relazione.
2. Sempre più c'è la possibilità di scegliere, da parte di chi riceve una telefonata, se rispondere o meno, infatti ormai visualizziamo il nome o il numero di chi ci contatta.
3. Perché la conversazione funzioni servono ascolto, attenzione e collaborazione da entrambe le parti e questo non è scontato perché dal telefono non possiamo vedere cosa l'altro fa mentre parla con noi; quindi serve l'intenzione di partecipare attivamente da parte di tutti e due.
4. C'è sempre un messaggio da comunicare, fosse anche solo informarsi sulla salute, passare del tempo insieme, dimostrare l'affetto.

Spesso quando si sente parlare della "chiamata di Dio" si pensa subito alla vocazione a diventare preti o suore... la società a volte ha questa visione un po' ristretta della chiamata. Ma se proviamo ad applicare i quattro passaggi precedenti al rapporto con Dio, si aprono prospettive nuove. Il modo con cui viviamo le nostre "telefonate" può illuminare il significato che diamo alla vocazione, ma è vero anche il contrario: provare a rapportarci agli altri, anche attraverso gli strumenti, come Gesù fa con noi, apre strade inedite e positive. Prova a vivere i tuoi rapporti face to face e sui social (Instagram, Whatsapp,...) come un invito a cercare relazioni profonde: abbi il coraggio del primo passo per avvicinarti, metti in gioco la tua libertà, disponiti ad un atteggiamento di ascolto e costruirai amicizie profonde.

 

Le 10 parole della vocazione 03

Link alla vita

«La parola "vocazione" può essere intesa in senso ampio, come chiamata di Dio. Comprende la chiamata alla vita, la chiamata all'amicizia con Lui, la chiamata alla santità, e così via. Questo ha un grande valore, perché colloca tutta la nostra vita di fronte a quel Dio che ci ama e ci permette di capire che nulla è frutto di un caos senza senso, ma al contrario tutto può essere inserito in un cammino di risposta al Signore, che ha un progetto stupendo per noi» (Christus vivit, 248).
Sfatiamo subito un preconcetto: la chiamata non è una cosa solo da consacrati!

Ora tocca a te! Sì, perché ti devi chiedere: cosa è la chiamata per me? Prova a pensare prima di tutto che sei stato chiamato alla vita, non l'hai cercata tu ma ti sei ritrovato in un tempo e in un luogo; qualcuno ti ha voluto, i tuoi genitori, ma anche Colui che ha pensato a te dall'eternità. E se, come abbiamo detto, ogni chiamata è un appello, come rispondi? Quale risposta dai alla vita tua e altrui?

Poi c'è la chiamata di Gesù: il suo è un appello a una relazione profonda. Come reagisci alla sua pro-vocazione? Ma c'è anche la chiamata, che è un appello forte di Gesù nel Vangelo, ad amare gli altri con affetto e spirito di aiuto, in modi diversi. Stai attento, il Signore non farà squillare la tua suoneria, non ti manderà un messaggino o una mail e probabilmente neanche ti delizierà con un'apparizione. La sua voce risuona nell'ordinarietà dei giorni: nelle persone che incontri, nelle scelte da affrontare, nella routine quotidiana e negli imprevisti, nelle sofferenze, nelle gioie... perché il suo messaggio è soprattutto vivere in pieno quello che sei, nella sua amicizia!

Le 10 parole della vocazione 04

Link al testimone

La testimone che voglio presentare non è famosa ma le sue parole sono molto significative e la sua storia originale: da punk rocker, attivista e atea a... religiosa cattolica! Si chiama sr Theresa Aletheia Noble ed è una giovane Figlia di San Paolo degli Stati Uniti. È vero, la chiamata non riguarda solo preti e suore e poi, ecco una consacrata! Ma quello che lei scrive dice esattamente l'importanza della vocazione impastata nella vita quotidiana: Gesù ti cerca e ti trova lì dove sei e in quello che fai, in quelli che sono i tuoi desideri e le tue aspirazioni più grandi. Si tratta di scegliere di ascoltare la sua voce senza rinnegare la bellezza della nostra storia.

«Mi definisco "ex" atea ma non è la definizione migliore. In qualche maniera sono ancora (e spero di essere sempre) collegata a tutte le cose che sono stata. Molte persone si aspettano che parli del mio passato in modo estremamente contrito e imbarazzato, ma mi vergogno solo dei modi in cui non ho amato Dio e gli altri. Non mi vergogno della ricerca, della lotta e della messa in discussione delle cose. Non ho eliminato il mio passato come se fosse spazzatura maleodorante...»

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