Condividere la Parola di Dio attraverso il canto

Seconda uscita per un attesissimo progetto editoriale che ripropone i canti più conosciuti e amati del noto compositore Marco Frisina, con nuova orchestrazione ed esecuzione. Il doppio CD "Non temere–Signore è il suo nome" raccoglie i brani di un sempre apprezzato – e molto utilizzato – repertorio liturgico.

Cantare la Parola di Dio

È lo stesso Frisina, nella prefazione allo spartito Non temere, a raccontare il significato dei suoi brani: «Le parole Non temere sono un'espressione chiave nella storia della salvezza. Ogni volta che il Signore chiama l'uomo a collaborare al progetto salvifico Egli lo incoraggia con queste parole. (...) Le parole del salmo 39 ci portano proprio nel mistero della chiamata di Dio, la risposta di Maria, di Abramo, di Mosè, di Giuseppe, di Pietro e di tutti gli altri amici di Dio è sempre la stessa: Eccomi.
Anche Gesù fa sua questa parola entrando nel mondo, per compiere la volontà del Padre e indicarci la via dell'obbedienza alla sua volontà.
La voce di Dio chiama ogni uomo alla speranza e fa esultare di gioia la terra. Le profezie dell'Antico Testamento prendono vita e si realizzano in Cristo trasformando il deserto del mondo in un giardino fiorito. Così canta il testo di Isaia 35 ne Il deserto fiorirà , così grida con forza la voce del Battista nel canto Giovanni, così la Chiesa invoca l'avvento del Signore affinché venga a illuminare le tenebre del mondo in Maranathà.
La speranza del mondo trova nella Vergine Maria la sua icona più bella. Salve, dolce Vergine, Ave Maria, sono il saluto dell'angelo e della Chiesa a colei che ci dona il Salvatore, la donna che apre la porta della salvezza e fa entrare il Signore nella storia del mondo con la dolcezza della madre e la grazia della misericordia di Dio che in lei risplende. È Maria che a nome di tutta la Chiesa esulta in Dio Salvatore nel Magnificat, il cantico dei poveri e dei salvati che sgorga dal cuore puro di colei che per prima è stata ricolmata di quella grazia che vede riversarsi sul mondo.
Gli angeli esultano con il loro Gloria per la redenzione che si rivela nel mondo alla nascita del Redentore mentre i salmi ci ricordano la bellezza del mistero di Dio che si rivela a noi. Lo stesso stupore che prende il cuore di ogni credente che contempla l'opera salvifica di Dio e canta la sua fede in Credo in te.
Il salmo 8 canta la bellezza dell'uomo fatto ad immagine e somiglianza del suo Creatore (...); il salmo 130 ci ricorda la via della povertà e della semplicità come l'unica strada che ci conduce all'intimità con Dio facendoci divenire Come un bambino nelle braccia del Signore. Il salmo 44 è il canto gioioso delle nozze del Re, Effonde il mio cuore..., l'inno poetico che contempla la realizzazione delle nozze dell'Agnello con la Chiesa sposa, compimento mistico della redenzione.
Nella raccolta ho voluto inserire un canto che non è stato scritto per la Liturgia ma per l'animazione degli incontri giovanili, scritto nel lontano 1980. Descrive la bellezza dell'amicizia che è segno dell'amicizia con Dio, una realtà umana stupenda che Dio ha donato agli uomini per aiutarli a scoprire i valori della generosità e della gratuità, della fedeltà e dell'accoglienza. L'amicizia aiuta ogni uomo a liberare il proprio cuore e a innalzarsi insieme alla ricerca del Signore, l'Amico del cielo, perché Amicizia è volare».

Salmi: il cantorale perfetto

Scrive sempre l'autore nella prefazione di Signore è il suo nome: «I salmi rappresentano nella Bibbia il cantorale perfetto, l'antologia di ogni sentimento del cuore umano che diventa preghiera e attraverso la quale il Signore ci insegna a lodarlo, a dialogare con Lui, in un colloquio amoroso e commovente. Il salmo 26 ci invita ad avere fiducia in Dio perché Il Signore è mia luce e salvezza, chi cammina con Lui non teme nulla. La stessa sofferenza, anche la più angosciante, trova in Dio consolazione e rifugio. Il salmo 21 fu pregato da Gesù sulla croce, Dio mio perché mi hai abbandonato? Nonostante questa prima parte così dolorosa il salmo termina nella speranza e nella luce, perché il Signore ascolta il lamento del giusto sofferente e lo trasforma in salvezza. Nella liturgia pasquale di Israele e della Chiesa risuonano le parole del salmo 113: Quando Israele uscì dall'Egitto, è la memoria viva dell'esodo, del passaggio dalla schiavitù alla libertà, dal dolore alla gioia. Nel Canto del mare, Israele e la Chiesa cantano il passaggio dalla morte alla vita nuova. Il mare tempestoso è simbolo del confine invalicabile che separa l'Egitto, simbolo del mondo del peccato e il Sinai dove incontriamo il Signore che vuole stringere l'alleanza con noi. È il canto di gioia dei redenti che affermano la grandezza di Dio nostro redentore. Il salmo 135 fa memoria della misericordia di Dio nella storia della salvezza dove essa è il segno della presenza costante di Dio nella vita del suo popolo: Perché eterna è la sua misericordia. La misericordia di Dio è un dono all'uomo, nel suo immenso amore Dio perdona ogni peccatore che si rivolge a lui con il cuore contrito e umiliato, Egli viene incontro alla miseria e alla povertà della sua creatura e la riveste di tenerezza con la sua grazia onnipotente, come aveva cantato Davide nel suo salmo penitenziale: Miserere.
Ma l'esperienza del peccato è anche esperienza di misericordia e da questo sgorga il ringraziamento a Dio per il suo immenso amore. Così il salmista ci invita a rendere grazie al Signore nel salmo 137, a fare "eucaristia" per l'amore che ci è rivelato: Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore, e a contemplare la straordinaria opera di Dio nell'edificare il suo Regno. L'uomo però non deve con arroganza pensare di essere lui il vero costruttore del progetto di Dio, è il Signore che compie la sua opera con autentica efficacia, come canta il salmo 126: Se il Signore non costruisce la casa... L'uomo con il suo efficientismo non può sostituirsi al Signore.
Dal cuore dell'uomo deve sgorgare la preghiera di benedizione a Dio, così riconosciamo che tutti i nostri benefici vengono dal Signore e a lui rivolgiamo la nostra preghiera piena di pace e gratitudine, come offerta gioiosa della nostra vita a Colui che ci colma di bene e di amore: Benedetto sei tu Signore. I canti Questo è il mio comandamento e Se tu mi ami Simone li scrissi per la mia ordinazione sacerdotale nel 1982, tutti e due cantano la bellezza della vocazione dell'apostolo che si può riassumere in una frase: amare come Cristo ci ha amati.
È bello poter cantare la misericordia di Dio che si rivela nella salvezza, è bello lasciarsi stupire e condurre alla scoperta del progetto di misericordia che il Signore vuole realizzare in mezzo a noi».

 


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