Da Nagasaki sorge ancora il sole

Sono trascorsi tanti anni da quel terribile giorno in cui per un istante, lungo un tempo infinito, un bottone ha impedito al sole di sorgere dal Giappone sull'umanità. Era il 9 agosto 1945. A sole 72 ore dalla strage di Hiroshima, su Nagasaki una città di circa 250.000 persone, fu sganciato un ordigno a base di plutonio di oltre cinque tonnellate. Eppure, la forza morale di grandi uomini ha permesso al sole di tornare a splendere. Di uno di loro vogliamo parlare.

Se c'è una parola che da sola potrebbe forse riassumere tutta la vita di Takashi Nagai, questa è «raggio».
Da medico e docente universitario, il dottor Nagai è stato un pioniere della radiologia nel Giappone del primo Novecento; da marito, Takashi ha visto il corpo dell'amatissima moglie Midori carbonizzato dalle radiazioni della bomba atomica lanciata su Nagasaki; da ateo, viene colpito dalla luce del Vangelo e, preso il nome cristiano di Paolo, arriva a una fede fulgida che spande intorno a sé, tanto da essere chiamato «il santo di Urakami»; e anche da poeta e da scrittore, attraverso i suoi scritti, irradia la sua luminosa spiritualità nel mondo da più di mezzo secolo: «Scrivo come un ragazzo che ama fare ciò che fa» (pag. 266), era solito affermare in proposito.

Per Nagai il passaggio dall'ateismo all'intuizione che esista un'altra vita aldilà di quella terrena fu tracciato dalla morte di sua madre, colei che gli aveva insegnato «a vedere l'intero universo in una scodella di riso» (pag. 134), e avvenne come ciò che nello Zen viene definito satori, «illuminazione».

Paul Glynn, autore dell'intensa biografia di Takashi Nagai, parlando dei rapporti intercorsi fra lui e san Massimiliano Kolbe, commenta: «È bello e giusto che i foschi bagliori di Auschwitz e di Nagasaki si siano trasfigurati in luce chiarissima passando attraverso il cuore di questi due uomini» (pag. 210). Dal suo letto d'ammalato, per una leucemia contratta a causa del suo lavoro di radiologo, già prima dell'esplosione nucleare, Nagai rincuorava non solo i suoi due figli sopravvissuti alla guerra, ma anche folle di gente in cerca di una parola di conforto e di speranza.

Un uomo autenticamente umano

Per suo figlio e sua figlia ancora bambini scriveva cose che avrebbero poi letto da grandi: «Essere poveri di spirito e puri di cuori non vi procurerà forse molti soldi, ma vi darà qualche cosa di molto più prezioso: la pace del cuore» (pag. 237). Da uomo di scienza arriva a questa considerazione: «Ci si deve avvicinare allo studio di qualsiasi parte della creazione di Dio con profondo rispetto e con una specie di castità. Un vero scienziato intento alle ricerche nel suo laboratorio è simile a un monaco nella sua cella. Sì, la ricerca scientifica può diventare preghiera» (pag. 236). Ed è quello che accadde proprio a lui una volta, mentre era intento a osservare al microscopio la perfetta conformazione di cristalli di urea: sentì un forte impulso a mettersi in ginocchio e a pregare (pag. 156).

Nagai, nei suoi 43 anni di vita, dovette affrontare enormi fatiche professionali, guerre, malattie ma non perse mai il sorriso, la pacatezza interiore, l'amore per il creato e per le creature. A questo proposito ha scritto: «Soltanto se uno ha sofferto e pianto, può capire che cos'è la compassione e può confortare chi soffre. Se tu non hai mai pianto, non puoi asciugare le lacrime di un altro. E se non hai mai camminato nell'oscurità, non puoi aiutare chi si è perduto a ritrovare la strada. Se non hai mai guardato la morte in faccia, se non ti sei mai sentito annientato dal suo orrore, non puoi aiutare un altro a risorgere per gustare nuovamente la gioia di essere vivo» (pag. 258).

Quest'uomo testimone di un'umanità autentica ha saputo seminare semi di pace e di speranza lì dove la bomba atomica aveva distrutto il cuore, lesionato mortalmente il futuro, compromesso gravemente la fiducia nell'umanità. Ha reagito al disfattismo imperante promuovendo tra i superstiti l'audace determinazione di ricostruire un mondo, eredità raccolta dai propri cari, vittime dell'esplosione, come atto solenne e fecondo di venerazione filiale della loro memoria.

La sua storia, sfidante e appassionante, è raccontata da Paul Glynn in: Pace su Nagasaki. Il medico che guariva i cuori, disponibile online e in tutte le librerie.

glynn pace nagasai paoline 92h156PACE SU NAGASAKI
Il medico che guariva i cuori

Se il ricordo del lancio della bomba atomica su Nagasaki è un monito a non causare più simili tragedie, un inno di pace scaturisce dalla vita di Takashi Nagai: definito il Gandhi giapponese.

 


Condividi

da-nagasaki-sorge-ancora-il-sole.html

Articoli correlati

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato su iniziative e novità editoriali
Figlie di San Paolo © 2024 All Rights Reserved.
Powered by NOVA OPERA