Eredi di Dio

La lettura dei testi di S. Paolo a volte risulta difficile. Il volumetto di Anna Maria Canopi apre la strada a chi vuole addentrarsi in questa lettura per godere della profondità spirituale e teologica dell'apostolo. 

La lettera ai Romani è il monumento degli scritti paolini in cui si fondono intensa esperienza personale, contemplazione del mistero di Cristo, gioia e speranza da lui donate per il presente e per il futuro. Chi legge, trova il fondamento della fede e ciò che essa dona ogni giorno.

Un conflitto e una riconciliazione

Nel corso della storia della Chiesa la lettera ai Romani è stata più volte occasione di incontro e di scontro. Proprio su questa lettera si scatenò la contrapposizione tra Lutero e la Chiesa di Roma. In realtà le due prospettive non sono così lontane tanto che si può pensare che tanto quanto il testo fu occasione di divisione tanto più sarà occasione di riconciliazione.

Possiamo dire "Padre"

La lettera di Paolo ai Romani è particolare rispetto alle altre. È scritta dall'apostolo a una comunità non fondata da lui e per la quale egli risulta quasi sconosciuto. La lettera è quindi il suo "biglietto da visita" anche se è ben più di un messaggio di circostanza. Si tratta di un percorso articolato che prende in considerazione il disegno di Dio realizzato in Gesù. Cristo è la fonte dello Spirito che rende figli, liberati dal peccato e dal male, pieni di speranza gioiosa. Gesù è colui che compie la promessa radicata nel popolo d'origine di Paolo, gli ebrei, i quali sono la radice che porta il nuovo germoglio, la Chiesa. È lo Spirito donato da Gesù che rende possibile una vita nuova che vince il male con il bene e in cui tutto ciò che si è e si fa diventa "culto spirituale gradito a Dio".

Se si è intimoriti dallo svolgimento carico di significato di questa lettera, si trae vantaggio dal lavoro di Anna Maria Canopi perché in esso ci si accosta al testo non con l'intento dell'analisi teologica, ma con la passione dei monaci per la lectio divina. Si legge, si riflette, si vede l'efficacia del brano per la vita concreta e alla fine si trasforma la meditazione in preghiera. La parola che Dio dona genera le parole che il credente rivolge a Dio.

Una monaca, una maestra

Anna Maria Canopi è abbadessa nel monastero benedettino "Mater ecclesiae". In questi anni i suoi scritti hanno guidato e sorretto la vita di molti credenti che trovano in lei una madre spirituale a cui fare riferimento anche senza recarsi al monastero in cui vive. Il monaco infatti non celebra Dio a titolo privato, ma come voce di tutti i credenti.


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