Fede e profezia di Benedetto XVI

Il primo papa emerito della storia

Scrivere un libro su Benedetto XVI vuol dire anche rispondere alla domanda: chi è veramente Joseph Ratzinger? Chi è quest'uomo che ha lasciato il pontificato dopo aver guidato per otto anni la Chiesa attraverso crisi terribili?

L'idea che ciascuno di noi si era fatto di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI è andata in frantumi l'11 febbraio 2013. La rinuncia all'esercizio del pontificato, uno dei gesti più dirompenti che si ricordino nella storia della Chiesa, proietta nella modernità quella che qualcuno definisce «l'ultima monarchia assoluta del pianeta»: un atto rivoluzionario, un atto di riforma che viene compiuto da un papa definito «alfiere della tradizione», o addirittura Panzer-kardinal, gettando in confusione sia gli avversari progressisti che gli stessi «ratzingeriani ». Non è opera semplice scrivere una biografia di un papa ancora vivente e per giunta, come in questo caso, del primo papa emerito della storia della Chiesa, ancora attivo nel suo ritiro nell'ex monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. (...)

Ho cercato dunque di rileggere con attenzione la sua vita e le sue opere, parlando anche con personaggi che lo hanno conosciuto da vicino e hanno collaborato con lui, mettendo in ordine le numerose tessere di un mosaico che si va componendo, provando a tratteggiare il volto di un uomo che per decenni ha suscitato e suscita ancora un vivace dibattito, amatissimo e stimato da tanti fedeli ma che ha avuto anche molti nemici, un brillante intellettuale europeo che ha stimolato la circolazione delle idee e ha indicato la strada per il futuro attingendo alle fonti sulle quali poggia l'identità cattolica, le sacre Scritture innanzi tutto, i Padri della Chiesa, primo fra tutti sant'Agostino. (...)

Come San Benedetto

A un mondo sempre più incerto e impaurito, messo in crisi d'identità dalle migrazioni, incattivito e costretto a difendersi dall'odio minaccioso dei terroristi che spacciano il «dovere di uccidere» per «dovere di credere», Ratzinger risponde presentando a tutti la «differenza cristiana»: è l'amore il vero volto del cristianesimo, Dio è amore afferma nella sua prima enciclica Deus caritas est. Ha cercato il dialogo con le altre religioni, ma senza mettere fra parentesi le differenze, senza rinunciare alla propria identità e alla «pretesa da parte della fede cristiana di aver ricevuto in dono da Dio in Cristo la rivelazione definitiva e completa del mistero della salvezza ». Ma soprattutto ha indicato ciò che vale, che è l'orizzonte e il futuro della Chiesa: il quaerere Deum, il cercare Dio, che muoveva nell'intimo i monaci benedettini che nei tempi difficili del Medioevo, con la preghiera e il lavoro nei campi, con le leggendarie biblioteche dei monasteri, erano un punto di luce, trasmettendo l'amore per la cultura, per lo studio delle Scritture e dei classici, l'amore per il canto e la musica, promuovendo lo spirito di accoglienza verso il forestiero e la collaborazione fra tutti, ponendo le basi di una cultura che è alle radici dell'Europa, oggi purtroppo sempre più fragile.

Un uomo che ha cambiato e innovato la Chiesa invocando il ritorno all'essenziale della fede, per rimuovere la cenere che il tempo ha sedimentato sull'esperienza cristiana rendendola più opaca, soffocando il fuoco originario che l'aveva a suo tempo resa irresistibile. Tanta chiarezza e linearità nella dottrina è stata diffusa in tutto il mondo da una sede apostolica che però è apparsa come un gigante dai piedi d'argilla quando la curia, crisi dopo crisi, si è mostrata fragile e inadeguata al compito di assistere il papa nel governo della Chiesa. Ho cercato dunque di individuare ed evidenziare un filo rosso che lega i tanti fatti e documenti di un papa del pensiero più che del gesto, di un «papa teologo» e «papa professore» più che «papa di governo»: una figura complessa ma allo tesso tempo lineare e semplice, espressione di quella semplicità evangelica che è il contrario della superficialità ma è invece frutto di una spiritualità autentica. La biografia di un uomo che sa di non essere un papa «carismatico» abile nel calcare le scene come il predecessore, ma che sa di poter smuovere il pensiero e il cuore degli interlocutori con la profondità del suo pensiero, la sua fede cristallina, i discorsi densi di spiritualità che propongono idee e valori che si diffondono con la forza della ragionevolezza, senza arroganza né timidezza. Dunque una biografia dei fatti, degli incontri che hanno segnato la storia personale di Joseph Ratzinger Benedetto XVI ma anche la narrazione del pensiero di quest'uomo, delle sue riflessioni sulla Chiesa e sul mondo di oggi, le profezie sul futuro, dei suoi studi nei quali si è gettato fin da ragazzo con entusiasmo, che ho cercato di «inseguire» nel suo veloce e appassionante rincorrersi nel corso degli anni, dalle sue origini bavaresi, alla rapidissima carriera accademica, al vorticoso susseguirsi dei suoi prestigiosi incarichi a livello ecclesiale.

Amato da numerosissimi ammiratori, autore di best seller sulla fede che hanno avuto un successo planetario, promotore di una «restaurazione innovativa» come l'ha felicemente definita lo storico Regoli, e anche per questo temuto, osteggiato, diffamato, travisato, non capito, Ratzinger è stato «segno di contraddizione», che pur nelle « contraddizioni » umane del suo breve e travagliato pontificato ha gettato un seme destinato a fiorire, come si vedrà più nitidamente quando il tempo avrà fatto diradare la nebbia delle polemiche che spesso hanno avvolto il suo ministero.

Un papa destinato per alcuni a diventare «Dottore della Chiesa»: un uomo che ha tenuto fermo il timone della Chiesa anche in acque agitate da vescovo, da prefetto della dottrina della fede e poi da romano pontefice, guidando la barca della Chiesa sulla rotta della trasparenza, della riforma dello Ior, della lotta agli abusi, avviando un faticoso processo di pulizia da quella «sporcizia» che lui per primo aveva denunciato in mondovisione commentando l'ultima Via crucis prima della morte di san Giovanni Paolo II.

Da: Benedetto XVI. Fede e profezia del primo Papa emerito della storia, di Giovan Battista Brunori, Paoline.


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