Giovani e... cambiamento

«Non sarà più come prima... il futuro non sarà più quello di una volta»: sono alcuni dei ritornelli che, in tempo di pandemia, spesso sono risuonati nei discorsi, nelle interviste, nei molteplici webinar sul tema Covid-19.

La pandemia, fenomeno contemporaneo, ci ha messo tutti in crisi; ha smontato le nostre certezze, le nostre aspettative. I nostri progetti sono stati messi in discussione. Ognuno di noi deve fare i conti con il cambiamento, piccolo o grande, che siamo chiamati ad affrontare. Ma cosa ha scavato dentro noi l'esperienza del ritrovarci improvvisamente a gestire le giornate in modo completamente diverso da quello che era il nostro ordinario? Come diventare persone capaci di affrontare il cambiamento?
Il termine cambiamento risponde a questa definizione: «diventare diverso da prima». Da qui nasce la richiesta di lasciare le nostre abitudini quotidiane e rompere dunque con i vecchi schemi del nostro agire usuale. Ma ciò costa energia perché il cervello umano non ama lasciare usi e consuetudini. Ne consegue la convinzione che sia impossibile cambiare. In realtà non è così perché vivere è cambiare. In noi si verificano delle trasformazioni, a livello fisico e psichico, che non avvertiamo subito perché avvengono lentamente, soprattutto man mano che passano gli anni. Ma in ogni giorno, in ogni ora, in ogni istante qualcosa si modifica in noi. Cambiare è un processo, non un prodotto della vita.

«Ogni attimo della giornata è un'opportunità, - scrive Adriano Sella - una goccia e un frammento della vita. Noi abbiamo la possibilità di gustare, godere, gioire oppure soffrire, sopportare, inorridire in ogni momento che scorre dal mattino alla sera. Ma tutti questi frammenti quotidiani sono fatti dalle nostre scelte, azioni e decisioni, a livello sia personale sia collettivo. E quindi tutto è mutabile e trasformabile da noi: dipende dal grado di cambiamento che poniamo all'interno di ogni azione, senza più soffrirla o accettarla solamente come conseguenza dell'altrui azione».

Cosa possiamo imparare da questo periodo in cui lo tsunami dell'emergenza Covid ci ha cambiato la vita?

Non sprechiamo questa opportunità, non solo di cambiare, ma di migliorare ciò che siamo. Bisogna smettere di lamentarsi, smettere di rimpiangere il passato, smettere di coltivare la rabbia. È necessario accettare la situazione e capire come trasformarla in un vantaggio. Questo è il primo passo.

Sarà faticoso cambiare stile di vita, ma ricordiamo che la fatica non è mai un indicatore negativo della vita. Cambiare appartiene alla magia dell'inizio, una magia che per alcuni sarà affascinante, «produrrà capacità nuove, iniziative inconsuete, passione e responsabilità».

Allora mettiamoci in gioco con i nostri limiti e con le nostre fragilità, ma soprattutto con la passione inesauribile per la vita e, come ha affermato il Mahatma Gandhi, «Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo».

 

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