Giovanna di Chantal

Una santa dalle quattro vite

Cosa ha da dirci oggi la storia di una donna del '600 come santa Giovanna Francesca di Chantal? Intanto, aspetta che qualcuno, leggendola, trovi ispirazione in lei per fare della sua vita un capolavoro per il nostro tempo. La storia di ogni ricerca autentica è come la puntata "pilota" di un serial infinito che si immerge in Dio.

Ma cosa può avere da dire a me, a te, santa Chantal, fondatrice di un Ordine di clausura, la Visitazione di santa Maria? Tutto!

Non esistono «vocazioni privilegiate», diceva san Basilio, fondatore del primo cenobio della storia cristiana. L'unica vocazione è tuffarsi nell'acqua del battesimo, cioè nella comunione con Dio e con i fratelli, vivere l'amore fino in fondo. I «voti» non sono che il remake dei voti del battesimo. Ogni cristiano nel battesimo ha già l'indicazione della sua strada, unica per tutti: vivere la morte e la risurrezione di Cristo nella propria vita, ci ricorda il Vaticano II. Ogni cristiano dovrebbe essere un monaco "interiorizzato", dice la tradizione ortodossa.

Ne era convinta la nostra Chantal.

Non voleva fondare un Ordine di clausura, ma dare a tutte le donne che avevano sete di una vita cristiana autentica la possibilità di viverla, anche se fragili di salute, non atlete dello spirito o scartate dai monasteri più rigorosi. Sognava per loro la scelta consapevole di lottare la «buona battaglia» della fede nel corpo a corpo con la Parola, nel silenzio e nella vita comune con le sorelle, specchio dei propri limiti. Un luogo di comunione dove crescere nella libertà e nella responsabilità, per servire e creare cultura. Voleva? Santa Chantal non aveva mai pensato di fondare un Ordine.

Donna dalle quattro vite!

Giovanna Francesca si era sposata con un uomo che amava, aveva avuto sei figli, di cui due morti dopo la nascita, quattro sopravvissuti. Viveva in un castello con grandi proprietà fondiarie in Borgogna, faceva l'imprenditrice del vino, conduceva vita mondana, quando il marito era a casa, e vita appartata, nei sei mesi di primavera e d'estate, quando il marito era in guerra. Nelle assenze di lui la sua vita si interiorizzava, l'energia d'amore destinata al marito la spostava sui poveri e sui malati, che assisteva con dedizione e intelligenza, trasformando la sua casa in un piccolo welfare state.

Poi il grande dolore. La morte del marito fa emergere in lei il desiderio di una vita «appartata», più formalmente «religiosa».

Il primo incontro con Cristo è sempre nella tomba: lì mi accorgo di una voce che mi chiama fuori, alla vita nuova. Nel '600, una giovane vedova con quattro figli piccoli aveva davanti solo una strada: risposarsi. Ma per Giovanna di Chantal non è così! Dalla morte del marito comincia la sua seconda vita, la prova del fuoco della sua vocazione!

La sua ricerca vocazionale una proposta per l'oggi

Santa Chantal ha tanto da dire alla condizione attuale della vita religiosa. Non colloqui psicanalitici per scrutare la vocazione, non ricerca di una «realizzazione» che non sa di Vangelo, ma iniziazione al mistero della divinoumanità nella propria vita, con l'aiuto di un padre spirituale autentico, cioè uno che vive già in sé il mistero di Cristo. San Francesco di Sales, vescovo senza sede di una Ginevra calvinista, fu il grande fatal flow nella vita di Chantal. Alla sua scuola Giovanna Francesca viene iniziata alla morte dell'io e della propria mentalità, al «non la mia ma la tua volontà» che apre la porta alla gioia segreta della grazia.

Un accompagnamento reciproco dove a sua volta lei fa da madre, da «levatrice» alla santità di lui. Fino a rinunciare entrambi, con la flessibilità della vera fede, persino al «carisma» originario dell'Ordine: perché l'unico carisma cristiano è la vita vivente, l'amore.

Una santa dalle quattro vite, definì santa Chantal il papa Benedetto XIV Lambertini, che si prodigò per la sua beatificazione. E anche in questo, santa Chantal ha molto da dire a chi tenta oggi di diventare cristiano: è sempre possibile ricominciare, fare della propria vita precaria, sofferta, fallita, una vita tutta nuova, il capolavoro di un dono d'amore che ci accompagna discreto, ci aspetta ad ogni caduta, e mai abbandona nessuno per strada.

Giovanna di Chantal, una santa dalle quattro vite, Paoline 2015, ti permetterà di entrare in contatto con l'esperienza forte, provocatoria e decisamente attuale di questa straordinaria donna, moglie, madre e religiosa, fondatrice.

Flaminia Morandi, laureata in lettere moderne, ha conseguito il dottorato in Teologia della missione. È docente universitaria, scrittrice, sceneggiatrice, autrice di programmi radiofonici e televisivi, tra cui una serie di documentari sui movimenti ecclesiali italiani per TV2000. Ha pubblicato numerosi libri, tra romanzi e saggi, tra cui il libro-intervista su Ernesto Olivero, Pace (2007); La via dell'inferno. Il progetto cattolico nella storia della televisione italiana (2009). Per Paoline ha pubblicato: San Benedetto. Una luce per l'Europa (2009); Olivier Clément. Profeta dell'unità (2011); Pavel Evdokimov. Un percorso spirituale tra Oriente e Occidente (2013).


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