Il monte Sinai

Simboli biblici

I monti nella Bibbia sono simboli molto importanti: la loro altezza e solidità rappresenta lo spazio ideale per l'incontro fra Dio che dall'alto scende verso l'uomo e di questi che salendo si avvicina a Lui.

Le tappe importanti della storia della salvezza si svolgono sui monti. L'ascesa o salita verso la montagna (cfr. i Salmi delle ascensioni: 120 - 134) indica il desiderio e l'impegno umano di avvicinarsi a Dio, che sta in alto, per una più profonda comunione con lui. Tra i vari monti, il monte Sinai è la montagna per eccellenza, dove Dio scende e Mosè sale per ricevere i suoi ordini: «Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì» (cfr. Es 19,20). Su questo monte Dio si fece riconoscere come il Dio salvatore che camminava con il suo popolo uscito dall'Egitto, lo proteggeva durante il tragitto e se ne prendeva cura: «Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me» (Es 19,4). Sul monte Sinai si suggella l'Alleanza come reciproca appartenenza: «Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra!» (Es 19, 4- 5). Il Sinai non è solo luogo di rivelazione di Dio ma anche luogo dove Israele comprende la sua identità di popolo amato ed eletto. Molti testi biblici affermano che nessuna altra montagna per quanto importante può competere con il primato del Sinai (cfr. Dt 32,2; Gdc 5,5).

Il salmista prega: «O Dio, quando uscisti davanti al tuo popolo, quando avanzasti nel deserto, la terra tremò, i cieli stillarono davanti a Dio, quello del Sinai, davanti a Dio, il Dio di Israele» (Sal 68,8-9). Gli israeliti ritornati dall'esilio babilonese pregano: «[Signore], sul monte Sinai tu sei sceso, e hai parlato con loro (con i padri) dal cielo, hai dato loro giusti decreti, leggi di verità, statuti e comandi buoni» (Ne 9,13). Questa basilare esperienza di Dio comprende diversi aspetti. Anzitutto la percezione che Dio è trascendente, 'diverso' da noi, e noi creature fragili: «Sul far del mattino vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte, un suono fortissimo di tromba, tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da terrore» (Es 19,16). La voce di Dio più importante del fuoco, del fumo, della nube elimina le distanze lo mostra vicino e crea intimità. Il Sinai non è soltanto il luogo dove l'incontro con Dio genera paura ma soprattutto il luogo della prossimità con Lui, l'inizio di un'appartenenza che si fa storia tra il Dio trascendente e vicino e gli israeliti fuggiti dall'Egitto che diventano popolo di Dio. Che il monte Sinai sia 'luogo teologico' più che geografico è suggerito dal nome Horeb. All'Horeb /Sinai Mosè e il profeta Elia hanno incontrato Dio (cfr. Es 3,1; 18,5; Es 19,1; 24,13; Dt 1,6; 1 Re 19,8).

Da sapere

  • Nel Vangelo di Matteo la montagna, senza nome, dove Gesù proclama il suo discorso programmatico richiama il Sinai. Egli infatti è il nuovo Mosè che, dopo aver condotto i suoi discepoli sulla montagna, rivela e consegna loro la sua nuova legge.

 

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