Intramontabili classici di Natale

Prosegue con questo pregevole secondo album la serie "Classici di Natale" curata dal M° Andrea Montepaone: un'imperdibile raccolta dei più famosi canti natalizi della tradizione internazionale, eseguiti con coro e orchestra, in versione integrale e in lingua originale.

I canti che ci accompagnano ogni anno

Con questo secondo volume continua la mia raccolta di tutti i brani di Natale più noti di ogni epoca e paese con testi integrali in lingua originale e melodie inalterate, come volute dai propri autori. Sono canti di allegria, meditazione, devozione e anche nostalgia che, arricchendosi di temi e stili a seconda della propria epoca di nascita, sono giunti fino a noi e ci accompagnano ogni anno senza mai stancarci almeno per un intero mese.
Dalle antiche melodie medievali e rinascimentali alla grande poesia di S. Alfonso Maria de' Liguori, dai lavori del periodo romantico e di compositori colti come Adam e Mendelssohn Bartholdy allo spiritual fino ai brani del XX secolo di Berlin e del duo Lennon-Ono, i canti di Natale attraversano tutti i generi musicali, che sia folclore, classica, swing o canzone d'autore. Gli arrangiamenti per solisti, coro e orchestra con cui ho rivestito queste composizioni impiegano una sonorità particolarmente sinfonica per mettere in risalto ogni loro sentimento e immagine. Ho cercato di enfatizzare anche certi sapori antichi che diversi brani racchiudono impiegando strumenti caratteristici come il flauto dolce, la ciaramella, il cimbalom, addirittura l'armonica.

La ricerca e la scelta

Durante il lavoro mi sono poi trovato a dover compiere delle scelte dettate da esigenze logiche che credo possano essere interessanti da ricordare. Anzitutto, pur rispettando le versioni originali dei canti, alcuni titoli diversi nelle loro prime edizioni sono stati qui riportati nella forma in cui sono oggi conosciuti nel mondo: è il caso di Fermarono i cieli (in origine Maria contempla il SS. Bambinello che dorme, come Tu scendi dalle stelle era Canzoncina a Gesù Bambino), Minuit Chrétiens (inizialmente Cantique de Noël) e Jingle Bells (pubblicato come The One Horse Open Sleigh); si noterà inoltre che la melodia di quest'ultimo differisce in maniera particolare nel ritornello e in alcune parole del testo dalla versione oggi in uso (l'edizione seguita è, infatti, la prima del 1857). Per Fermarono i cieli nel corso del tempo il popolo ha associato ai versi una musica che si diversifica dalle altre due che i Redentoristi ricollegano al loro Fondatore, ma che gode di una così ampia diffusione che l'ho scelta come la più adatta a questa sede.

L'aggiunta tradizionale della nenia "dormi, dormi" è qui presente in forma strumentale in quanto non fa parte del testo ufficiale del 1738. Ho ritenuto maggiormente opportuno rispettare la volontà degli autori in Hark! The Herald Angels Sing, le cui parole originali di Charles Wesley sono state negli anni modificate da terzi per arrivare alla versione attualmente in circolazione. Pur mantenendo il titolo in uso ai nostri giorni, ho creduto giusto utilizzare i versi pubblicati dall'autore, anche considerando ciò che suo fratello John scrisse nella prefazione alla successiva edizione del 1780: "Molti signori hanno fatto a mio fratello e a me (pur senza citare i nostri nomi) l'onore di ristampare parecchi dei nostri inni. Ora sono assolutamente autorizzati a farlo, a condizione che li stampino così come sono. Tuttavia io desidero che non avessero tentato di correggerli, perché in realtà non sono in grado. Nessuno di loro è in grado di correggere il senso o la poesia. Pertanto, devo chiedere loro uno di questi due favori: lasciarli così come sono, prendendoli nel bene e nel male, oppure aggiungere il vero testo a margine, o in fondo alla pagina; non possiamo più essere responsabili dell'assurdità o della filastrocca di altri uomini".

Infine una precisazione su un brano a me molto caro, Good King Wenceslas, che non è propriamente un canto di Natale: riporta infatti una leggenda su S. Venceslao, noto per la sua generosità, ambientata durante il giorno di S. Stefano, che nei paesi di lingua inglese è dedicato alla carità. Essa ha per protagonista un re che, con l'aiuto del proprio paggio, sfida la notte e il gelo per portare viveri e legna da ardere ad un povero contadino che aveva visto nella neve. Tuttavia, poiché la festa di S. Stefano rientra nel tempo di Natale, questa composizione è sempre stata considerata facente parte del repertorio del periodo.

Spero di essere riuscito ad evidenziare al meglio ciascuna delle emozioni che questi brani trasmettono e che sono sempre rimaste immutate attraverso i secoli.


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