La città

Simboli biblici

La città nella Bibbia indica il luogo abitato dalle persone e le relazioni che caratterizzano la loro convivenza. La città è centro dell'organizzazione del territorio, degli scambi commerciali, dell'amministrazione della giustizia; negativamente il luogo della corruzione e dell'iniquità.

La prima città fu costruita da Caino, il primo fratricida (Gen 4,17). Il legame della città con Caino suggerisce che la sua origine è collegata alla violenza. I suoi discendenti, rappresentati da Lamec (cfr. Gen 4,23-24), la perpetuano senza scrupoli. Segue Babele, simbolo del potere che sfida Dio e massifica le persone (Gen 11,1-9), quindi Sodoma e Gomorra, esempio di perversione morale (Gn 13,13; 19,1-29; cfr. Gdc 19,1-30; Os 9,9; 10,9). Alle città costruite dagli uomini, si contrappone la città che Dio dà al suo popolo quando lo fa entrare nella terra promessa (cfr. Dt 6,10; Gs 24,13), stabilendovi "città rifugio" per coloro che cercavano di salvarsi dalla vendetta (Nm 35,9-34; Dt 19,1-13; Gs 20,1-9). La città simbolo di benessere è Gerusalemme, luogo sicuro, saldo e compatto (Sal 122,3-5). È circondata da mura e porte che la riparano dai nemici. Simbolicamente Dio stesso la costruì per vivere in mezzo al suo popolo e donargli la pace nella fraternità. Questa città ideale, come un accampamento accogliente, si allarga con il crescere dei suoi abitanti, è aperta a tutti (Is 60,10-11). La sua bellezza e il suo splendore sono immensi (cfr. Is 54,11-12). In essa si sazia la sete di ogni persona (Is 55,7). Questo ritratto è più simbolico che reale. L'aspetto negativo, dovuto al peccato, è pure evidente: «non vi è più alcuno che pratichi il diritto e viva la fedeltà» (cfr. Ger 5,1; cfr. Is 5,6). Dio distrugge la cittadella del nulla, caotica e idolatrica (Is 24,10), che ha dimenticato che «Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode» (Sal 127,1).
Il simbolo della città nel libro di Giona è di notevole rilievo. Riguarda Ninive la città, nemica storica del suo popolo, cui il profeta Giona è inviato da Dio, contro la sua volontà, a predicare la conversione. Detta "la grande città", la "città molto grande" è grande non tanto per le sue misure geografiche ma per Dio (cfr. 3,3) che prova compassione per il male che affligge gli abitanti e vuole che ognuno sia raggiunto dalla sua parola di salvezza.
Nel Nuovo Testamento Gesù attraversa città e villaggi «facendo del bene» (At 10,38). La sua vita a Gerusalemme ha il suo inizio e la sua fine. Su di essa piange (Lc 19,41-44) perché ne vede il fallimento. La città simbolo di armonia tra Dio e il popolo si realizza nella nuova Gerusalemme che non ha origini terrene.
L'immagine simbolica più intensa è nell'Apocalisse che contrappone la città di Babilonia, simbolo di corruzione, lusso sfrenato, idolatria, violenza e morte, alla Gerusalemme celeste dono di Dio agli uomini (Ap 21-22). In essa si realizza l'armonia dell'Eden quando Dio passeggiava con Adamo ed Eva (Gen 3,8). È città/giardino creata per la felicità dell'uomo e della donna (cfr. Gen 2,8). È spaziosa, forte, fabbricata con mattoni preziosi. In essa trionfa l'adunanza festosa dei salvati (cfr. Eb 12,12) dalla morte e risurrezione di Gesù.

 

Da sapere

  • La città è una realtà importante nella vita di san Paolo. Nativo di Tarso, a Damasco accoglie la fede cristiana e in questa città gli viene detto «che cosa debba fare» (At 9, 6). A Gerusalemme incontra gli apostoli del Signore (At 9,26), ad Antiochia riceve l'investitura missionaria (At 13,2). Da essa parte verso le grandi città del mondo allora conosciuto, e giunge fino a Roma, per annunciarvi il Vangelo di Gesù morto e risorto. Dalle grandi città, luogo di passaggio di molte persone, il Vangelo raggiunge le periferie lontane e i villaggi.

 

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