La fragilità di Maria Maddalena

«Va' dai miei fratelli...» /10

Una cosa è la fragilità di un oggetto, altra cosa è la fragilità di una persona. Ci sono fragilità diverse in ognuno di noi e i personaggi biblici, protagonisti della storia della salvezza non ne sono esenti. Essere fragili spesso non è un ostacolo, ma una chance... e Dio nel nostro essere "lucignoli fumiganti" intravede già la fiamma nuova come possibile realtà. Decima tappa del nostro percorso biblico/artistico sulla fragilità, seguendo il libro di Alberto Curioni.

Noli me tangere, di Tiziano, è il dipinto scelto da Alberto Curioni, autore di Il coraggio di essere fragili (Paoline), per approfondire, attraverso l'arte, la meditazione da lui proposta nel capitolo decimo del suo libro, «Va' dai tuoi fratelli...», dove la protagonista è Maria Maddalena, il giorno di Pasqua.

Per gli incontri pastorali, ma anche per la fruizione privata, suggeriamo innanzitutto di proiettare o avere in altro modo sotto gli occhi il dipinto (su tablet, smartphone, notebook o stampando/proiettando l'immagine). Dopo una breve introduzione sull'autore, il periodo, il perché della commissione e il luogo dove si trovava il dipinto, consigliamo un lungo momento di silenzio per poterlo guardare e gustare con attenzione. Dopo, si possono leggere e meditare le pagine 115-124 del libro - soffermandosi prima di tutto sulla pericope evangelica - e, in seguito, sulla scheda con le note spirituali/artistiche del dipinto. Per ogni passaggio è importante prendersi il tempo necessario. Canti appropriati e/o brani musicali di sottofondo possono aiutare la preghiera e la contemplazione.

[Tiziano Vecellio (1488-1576), Noli me tangere (1514 ca), olio su tela, Londra, National Gallery]

Dal Vangelo di Giovanni (20, 1-18)

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

 

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L'autore e il dipinto

Il dipinto, uno dei primi lavori autonomi di Tiziano, rappresenta sullo sfondo di un paesaggio bucolico la scena del Noli me tangere, in cui Cristo Risorto appare alla Maddalena. 
Tiziano rappresenta la figura di Cristo sulla sinistra e la Maddalena a destra, inginocchiata in uno scorcio che ricorda quello della donna nel Miracolo del marito geloso (1511) della Scuola del Santo di Padova. La donna ha ancora nella mano l'unguento con il quale avrebbe voluto cospargere il corpo morto di Gesù, ed è raffigurata prostrata dal dolore e con le lacrime agli occhi, a causa della disperazione per la morte e per la sparizione del corpo di Cristo. Tiziano, per sottolineare la desolazione di Maddalena, la colloca su un terreno arido e brullo, privo di vita, mentre poco più in là, dove si trova quell'uomo che riconosce come Gesù, la vegetazione cresce rigogliosa. Ecco allora che il paesaggio diventa metafora visiva della resurrezione dello spirito, dalla morte del peccato originale in cui l'uomo è caduto1.

Gesù ha il capo reclinato, con i capelli che gli scendono sulla spalla sinistra e sorregge la vanga, attrezzo che rimanda all'equivoco della Maddalena, ma che allude anche alla figura di Cristo come "custode del giardino terrestre". Egli si scosta con il bacino, spostando il mantello candido, ma al contempo si protende verso il volto di Maria e, guardandola negli occhi, le affida il compito di annunciare ai discepoli la sua Resurrezione.

Interessante la scelta cromatica delle vesti delle due figure: il rosso dell'abito della Maddalena, oltre ad alludere alla sofferenza per la perdita del maestro, rimanda infatti all'umana carnalità della donna a cui si contrappone la purezza del candido mantello del Cristo, ormai prossimo ad ascendere al cielo.

Nella tradizione storiografica la tela viene inserita in un gruppo di opere dipinte da Tiziano e da Giorgione, comprendente anche I Tre filosofi (1506 – 1508) e la Sacra Famiglia con un pastore (1510 ca.), in cui il paesaggio ha uno stretto legame con il tema trattato dai personaggi in primo piano, al punto tale da rafforzarne la drammaticità e il significato2.
La linea della schiena della Maddalena, ad esempio, è quasi continuata nell'albero frondoso alle sue spalle, e la linea del corpo di Cristo è proseguita sulla collina. Viene dunque a formarsi una specie di grande X le cui braccia sono rappresentate da elementi naturali mentre le gambe da elementi umani3.

Sullo sfondo a destra compare un paesaggio di case identico a quello della Venere dormiente di Giorgione (1507 – 1510), conservata presso la Gemäldegalerie di Dresda, ritoccata e in parte ridipinta anche dallo stesso Tiziano. Poco più avanti un pastore corre verso il gregge che, smarritosi nella boscaglia e senza alcuna protezione, ha trascorso la notte al buio e al freddo4. L'intero episodio viene rappresentato alle prime luci dell'alba, ulteriore rimando alla luce della Resurrezione che segue alla notte della morte terrena.

L'intenso cromatismo, ispirato ai principi del tonalismo, crea ampie campiture di colore, che conferisce alle figure vitalità ed espressività. Nonostante alcune incertezze nella resa volumetrica della Maddalena, il dipinto spicca per il dolce inserirsi delle figure nel paesaggio e per la lucentezza dei tessuti, resi con una pennellata veloce e agile.

1. R. Papa, L'Annuncio del Risorto. Noli me tangere di Tiziano della National Gallery di Londra, 21 maggio 2013.
2. Ibidem.
3. The National Gallery (website), Noli me tangere.
4. R. Papa, op. cit.

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Il coraggio di essere fragili
Riscoprirne il dono alla luce della Bibbia

Storie di personaggi dall'Antico e dal Nuovo Testamento, visti nella loro fragilità creaturale o morale, e la storia meravigliosa della relazione che Dio ha intessuto con loro, prototipo della relazione che Dio vuole stabilire oggi con noi.

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