Nel pane e nel vino la nostra vita

La Messa: una mistagogia in atto / 4

In ogni Messa, terminata la liturgia della Parola, si prosegue con la liturgia eucaristica. Non bisogna pensare queste due parti separate, o come una più importante dell'altra; sono così strettamente unite tra loro da formare un unico atto.

Il pane e il vino

Certamente anche a voi la Messa fa pensare a un banchetto. È vero? È proprio durante una Cena che Gesù ci lasciò il dono dell'Eucaristia. Il suo nome più antico, infatti, è Cena del Signore: san Paolo utilizza questa espressione nella Prima Lettera ai Corinzi (11,20), ma subito specifica che questa Cena non è un banchetto qualunque:
«Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse:
"Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me".
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo:
"Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore finché egli venga» (11,23-26).

A nessuno sfugge il riferimento all'ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli, «nella notte in cui veniva tradito». Sì, la Messa richiama quel momento particolarissimo della vita di Gesù, tuttavia quella Cena, come scriveva anche san Giovanni Paolo II, «porta indelebilmente inscritto l'evento della passione e della morte del Signore» (Ecclesia de Eucharistia, 11). «Riproduce la Cena ma contiene la Croce», ripeteva spesso il vescovo M. Magrassi.

È, prima di tutto, il memoriale del suo sacrificio, della sua morte e risurrezione. Torneremo su questo, per ora è importante cogliere la bellezza e l'importanza del pane e del vino nei quali Gesù ci ha lasciato il dono della sua vita, offerta per noi in sacrificio. E ci ha comandato di continuare a compiere questa offerta in sua memoria.

Liturgia eucaristica: la presentazione dei doni

In ogni Messa, terminata la liturgia della Parola, si prosegue con la liturgia eucaristica. Non bisogna pensare queste due parti separate, o come una più importante dell'altra; sono così strettamente unite tra loro da formare un unico atto.
Nella Messa, infatti, è imbandita tanto la mensa della Parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristo, affinché tutti possiamo alimentare la fede e nutrire la vita dall'una e dall'altra.

S. Aiolfi Presentazione delle offerteAll'inizio della liturgia eucaristica si portano all'altare i doni del pane e del vino con l'acqua, gli stessi alimenti che Gesù usò nell'ultima Cena. È bene che siano sempre i fedeli a presentare il pane e il vino, mentre il sacerdote li riceve e li depone sull'altare. Anche se non si porta più, come un tempo, da casa il proprio pane e vino per la liturgia, il rito della presentazione di questi doni rimane un gesto di grande valore e significato, che non è da eliminare, né da eseguire in fretta.

Quel pane e quel vino per la forza dello Spirito Santo e le parole stesse di Gesù diventano, come nell'ultima Cena, il Corpo e il Sangue che Gesù ha offerto per noi sulla croce. Ma essi sono, sin dall'inizio, dono di Dio Padre e contengono la nostra vita; noi li presentiamo a lui ed egli ce li ridà pieni della Vita del Figlio.

Le parole delle preghiere di benedizione che il sacerdote recita, presentando a Dio queste offerte, dicono proprio così: «Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo; dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del nostro lavoro, lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna». Lo stesso per il vino, «frutto della vite e del lavoro dell'uomo... perché diventi per noi bevanda di salvezza».
Nella Messa, attraverso il pane e il vino che noi presentiamo, Dio prende la nostra umanità, «il frutto della terra e del lavoro dell'uomo», e ce la ridona trasfigurata nel Corpo e Sangue di Gesù, «cibo di vita eterna e bevanda di salvezza».

Nella liturgia Dio assume vita e ci riconsegna Vita! Così l'Eucaristia dà forma cristiana alla nostra esistenza, affinché abbia gli stessi tratti della vita del Figlio. I sentimenti, la mentalità, lo stile di Gesù devono diventare i nostri. In tal modo tutta la nostra vita diffonderà il profumo della comunione, dell'accoglienza, della condivisione, del perdono, dell'amore verso i fratelli e le sorelle. Anche per esprimere tale condivisione solidale, si possono presentare all'altare offerte in denaro, o altri doni per i bisogni dei poveri o per la Chiesa, portati dai fedeli o raccolti
durante la Messa.

Il canto all'offertorio accompagna la processione durante la quale si portano i doni; esso continua fino a quando i doni sono stati deposti sull'altare.
Si possono incensare i doni posti sull'altare, la croce e lo stesso altare. Sono incensati, poi, il sacerdote, per il suo ministero, e tutto il popolo, per la sua dignità battesimale, significando così che l'offerta della Chiesa, la nostra preghiera e tutta la nostra vita si innalzano verso Dio e vogliono essere graditi come il profumo dell'incenso.

L'orazione sulle offerte conclude la preparazione dei doni e ci prepara alla «Preghiera eucaristica».

ATTIVITÀ 

1. Presentazione dei doni
Nelle domeniche di questo mese si valorizzerà la presentazione dei doni. Saranno i fanciulli, i ragazzi, o alcune famiglie anche con i nonni e i bambini più piccoli, a portare all'altare i doni del pane e del vino, e l'acqua per il sacrificio eucaristico. Siano loro stessi a metterli sulla mensa dell'altare.
Si potranno portare anche doni per i più poveri da collocare non sotto l'altare, ma in un luogo opportuno. Nell'incontro settimanale di catechesi si aiuteranno i ragazzi a comprendere meglio il significato di questi doni, che ci rappresentano, e della loro presentazione. Anche la raccolta dei doni per i poveri può essere organizzata e ben motivata nell'incontro di catechesi.

2. Risposta in canto
Sarebbe bello e opportuno in queste domeniche che il canto terminasse con la fine della processione, e che il sacerdote pronunciasse le preghiere di benedizione sul pane e sul vino ad alta voce, rendendo tutti partecipi mediante l'ascolto e la risposta: «Benedetto nei secoli il Signore», che può essere cantata.

Il testo di Mario Castellano è tratto da: 

Catechisti parrocchiali 4 - gennaio 2020, Paoline

Catechisti parrocchiali n. 4
Gennaio 2019

In sintonia con la “Domenica della parola di Dio” si pongono: il percorso mistagogico sulla «presentazione dei doni», momento in cui ci doniamo al Signore, vivificati dalla Parola; Epifania; Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Le altre rubriche focalizzano: arte; affettività nei ragazzi disabili; gender. Dossier è su: #questionedicuore.

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