Povertà e ricchezza in Basilio di Cesarea

Basilio è testimone attento d'una società benestante, che soffre di forti squilibri. Non è un caso che tra i due principali tipi di tentazione (causati dalla povertà o dalla ricchezza) egli avverta più pericolosa quella che scaturisce dalla «prosperità della vita».

All'interno di quella società egli si rivolge ai ricchi, per i quali la ricchezza è una specie di malattia dello spirito che falsa la prospettiva con cui si guarda il mondo: essi vedono solo (il proprio) benessere e non percepiscono la realtà vera d'una crisi ormai concreta. Altrettanta cecità però avvolge i mutamenti in peggio, che ottundono il senso della gratitudine verso il Creatore e quindi lo stesso atteggiamento radicale della dipendenza religiosa:


Omelia VI

«Ci sono due tipi di tentazione. Una prima si dà quando sono le tribolazioni a saggiare il cuore, come oro nel crogiolo, rivelando la sua affidabilità attraverso la sopportazione; la seconda, e frequente, si dà quando sono proprio le prosperità della vita a diventare per la quantità uno strumento di tentazione.

Infatti, è ugualmente arduo per l'anima mantenersi non abbattuta nelle situazioni difficoltose e non esaltarsi fino alla tracotanza nelle condizioni di magnificenza. Esempio della prima specie di prove è il grande Giobbe, l'atleta imbattibile. Egli che sostenne tutta la violenza del diavolo, simile alla corrente di un torrente in piena, con cuore immoto e con inflessibile razionalità, e che si manifestò nelle prove tanto più grande quanto più grandi e complicate sembravano le lotte che contro di lui erano state ingaggiate da parte dell'avversario.

Invece, tra gli altri modelli delle prove che rispondono a una vita florida è compreso questo ricco di cui ora è stata fatta lettura. Egli possedeva la ricchezza e a nuova ricchezza aspirava. Dio, pieno di bontà, non l'aveva condannato immediatamente per la dissennatezza dei suoi comportamenti, ma aggiungeva sempre altra ricchezza precedente, per vedere se mai, in qualche modo, ingenerando in lui un senso di sazietà, avrebbe potuto stimolare la sua anima alla solidarietà e alla bontà. Infatti, si dice: Il terreno di un uomo ricco aveva dato un abbondante raccolto ed egli così andava progettando tra sé: "Che farò? Demolirò i miei depositi e ne costruirò di più grandi".

Perché dunque il terreno di quell'uomo diede un abbondante raccolto pur non accingendosi egli a fare alcunché di buono con quell'abbondanza? Affinché si manifestasse meglio la magnanimità di Dio, visto che la sua bontà si estende fino a questo tipo di uomini...».

Da: Basilio di Cesarea, La cura del povero e l'onere della ricchezza. Testi dalle Regole e dalle Omelie, a cura di Luigi Franco Pizzolato, Paoline


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