San Brochero e papa Francesco…

Quanta somiglianza!

Leggendo la biografia della scrittrice Lilí Rena, San Brochero il prete «gaucho», dedicata al nuovo santo argentino, ritroviamo con estrema chiarezza lo stesso stile evangelico e pastorale di papa Francesco. La somiglianza spirituale e pastorale tra i due testimoni del Vangelo è sorprendente. Provare per credere. Buona lettura!

Il prezioso libretto, scritto da Lilí Rena, ha la capacità di prendere il lettore per mano e di immergerlo nel mondo argentino dei gauchos delle pampas dell'America meridionale, facendogli conoscere da vicino la realtà nella quale è vissuto San Brochero, il prete gaucho. I gauchos (simili ai cowboy nord americani) sono caratterizzati dalla loro abilità nel cavalcare e nella caccia. Ed è in quest'ambiente particolare che nel 1840, in una delle case del paesino di Santa Rosa, vicino Córdoba, nacque José Gabriel, il quarto dei dieci figli di Ignacio Brochero e Petrona Dávila. Il bambino crescendo, grazie anche alla bella testimonianza dei suoi genitori, maturò la vocazione sacerdotale.

Quando nel 1867 scoppiò l'epidemia di colera nella provincia di Córdoba, José Gabriel fu instancabilmente attivo nel soccorso agli ammalati e nell'assistenza ai moribondi. L'anno successivo gli venne affidata la parrocchia di Sant'Alberto, che si estendeva su tutta la Valle di Traslasierra. Qui si dedicò all'evangelizzazione della popolazione, alla cura degl'infermi, alla costruzione di ponti in pietra. Morì logorato dalla stanchezza e dalle malattie nel 1914 a Villa del Tránsito. Città che, due anni dopo, prese il nome di Villa Cura Brochero.

Lo stile di papa Francesco

Leggendo la biografia José Gabriel Brochero, sembra di ritrovare lo stile simpatico, deciso e misericordioso del papa argentino.
La somiglianza spirituale e pastorale tra questi due testimoni del Vangelo è molto chiara; e sarà proprio il messaggio di papa Francesco, scritto per la beatificazione di Brochero, a renderla ancora più evidente. Ascoltiamo!

«Mi piace immaginare oggi il parroco Brochero sulla sua Malacara, la mula dalla frangetta bianca, mentre percorreva i lunghi sentieri aridi e desolati dei duecento chilometri quadrati della sua parrocchia, cercando casa per casa i vostri bisnonni e trisnonni, per chiedere loro se avevano bisogno di qualcosa e per invitarli a fare gli esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Conobbe ogni angolo della sua parrocchia. Non rimase in sacrestia a pettinare pecore. Il "Cura Brochero" era una visita di Gesù stesso a ogni famiglia. Portava con sé l'immagine della Vergine, il libro delle preghiere con la parola di Dio, il necessario per celebrare la messa quotidiana. Lo invitavano a bere un mate, chiacchieravano e Brochero parlava loro in un modo che tutti potessero comprendere perché gli usciva dal cuore, dalla fede e dall'amore che nutriva per Gesù. José Gabriel Brochero incentrò la sua azione pastorale sulla preghiera per conoscere, sentire e assaporare l'amore tanto grande del cuore di Gesù. Brochero fu un sacerdote pieno di carità e di misericordia. Si sentiva spinto a conquistare a Dio anche persone di malaffare e compaesani difficili. Si contano a migliaia gli uomini e le donne che, grazie al lavoro sacerdotale di Brochero, abbandonarono il vizio e le liti».

E ancora papa Francesco dice di lui: «Il Cura Brochero ha l'attualità del Vangelo ed è un pioniere nell'uscire verso le periferie geografiche ed esistenziali, per portare a tutti l'amore, la misericordia di Dio. Non rimase nell'ufficio parrocchiale e a forza di uscire a cercare la gente sulla sua mula si ammalò... Gesù vuole oggi, discepoli missionari, callejeros della fede». Senza nessuna forzatura, sembra che papa Francesco abbia proclamato quello che più gli sta a cuore e il suo modo di vedere la Chiesa e l'azione pastorale. Infatti, chi desidera scoprire papa Francesco può benissimo ritrovarlo nello stile di San Brochero, e chi invece desidera vedere attualizzata la forma sacerdotale, spirituale e pastorale del nuovo santo argentino, può tranquillamente guardare papa Francesco.

Uscire, andare verso gli altri, come san Brochero

La testimonianza di carità di Brochero che cercava di raggiungere tutti i suoi parrocchiani cavalcando la sua mula Malacara, sembra riaffiorare anche tra le parole dell'esortazione apostolica Evangelii gaudium: «Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ripeto qui, per tutta la Chiesa, ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci, e preoccupare la nostra coscienza, è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell'amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c'è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: "Voi stessi date loro da mangiare"» (Mc 6,37).

Per chi volesse legger la sua storia: L. Rena, San Brochero, il prete «gaucho», Paoline 2016.

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San Brochero
Il prete «gaucho»

La biografia di un prete-contadino che "odorava di pecore". Fin dai primi anni del suo servizio sacerdotale San Brochero ha condiviso le condizioni di precarietà e di estrema povertà delle popolazioni contadine della città argentina di Cordoba.

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