Sono stata acqua e vento...

Sr Ida Paola Spinucci, fsp

Il 18 febbraio 2021, è tornata alla Casa del Padre sr Ida Paola Spinucci, una donna e una suora incredibilmente significativa per noi Figlie di San Paolo della Provincia Italia.

Redattrice e poi direttrice della rivista "Così", promotrice del settore discografico Paoline - con collaboratori del calibro di Ennio Morricone -, Superiora e Superiora Provinciale per diversi mandati, fondatrice di Paoline Editoriale Libri, la nostra casa editrice con sede a Milano... Ci sarebbe davvero molto altro da dire, ma lei non amava la luce dei riflettori, perciò ci fermiamo qua. Il Covid ce l'ha portata via, ma lei non ha mai avuto paura di morire. Desiderava incontrare il suo Sposo e la "suocera"... e ogni volta che chiamava Maria "suocera", strizzava l'occhio al suo interlocutore, per far capire che scherzava.

Abbiamo chiesto di scrivere qualcosa di lei a sr Nadia Bonaldo, che ha trascorso molti anni nella Redazione Paoline Libri di Milano sotto sr Ida Paola e poi, a sua volta, ne è divenuta Responsabile.

Scrive sr Nadia...

Ci sono persone che lasciano un segno del loro passaggio in questa terra e una di queste è senz'altro sr Ida Paola Spinucci. È stata un tassello importante nel grande mosaico della storia delle Figlie di San Paolo.
L'ho conosciuta nel periodo del mio noviziato quando a Milano, nel lontano 1980, si costituiva formalmente la Casa editrice Paoline, fortemente voluta da lei stessa per rispondere in pieno al carisma delle Figlie di San Paolo. E poi ho avuto il dono di starle a fianco per un ventennio, dalla fine degli anni 80 in poi: anni "gloriosi", spumeggianti, creativi, laboriosi. Ho imparato da lei non tanto il mestiere dell'editore, ma l'approccio, lo stile della Figlia di San Paolo.

Donna attenta e vigile, aperta, libera e "trasgressiva", sapeva fiutare gli orientamenti della vita sociale e culturale e le urgenze della gente grazie alle sue letture "laiche" e alla sua costante lettura giornaliera di due tre quotidiani (è bello ricordarla, di primo mattino, nel suo grande ufficio a sfogliare i giornali o al telefono per contattare qualche autore o giornalista). Quanti libri e instant-book, legati alla situazione attuale del Paese. Come non ricordare nel 1986 il long seller di Gigi Moncalvo, Faccia a faccia con la mafia, con i ritratti di Dalla Chiesa, Russo, Chinnici, Asta, Palermo, Montana, Antiochia, Cassarà, Basile, Francese, Costa, con la presentazione di padre Ennio Pintacuda, e tanti libri di questo genere.

Amava in modo particolare la letteratura francese e la sua spiritualità che riteneva più fresca, più viva, meno ingessata e tradizionale di quella italiana. Sì, aveva un'allergia per tutte le devozioni dal linguaggio stantio e bigotto perché la sua preghiera era radicata sulla Parola e desiderava che tutti potessero vivere una vita cristiana adulta e gioiosa. Ricordo con ammirazione la sua ricerca costante di autori fuori dalla cerchia ecclesiale o di giornalisti che potessero raccontare, con verità e spigliatezza, questioni di vita scottanti.
Le relazioni con i direttori di Famiglia Cristiana, prima con don Giuseppe Zilli, la cui morte improvvisa proprio nei primi anni di vita della Casa editrice, fu per lei una grande sofferenza e poi con don Leonardo Zega, entrambi marchigiani, contribuirono a dare un taglio particolare anche alle nostre pubblicazioni, legate all'attualità, a testimonianze di vita serie e non necessariamente confessionali.
Ciò non le toglieva l'attenzione alla gente comune, semplice e sua è stata la spinta ad ampliare e qualificare il settore dei mini-media. Anche un segnalibro o un'immaginetta era convinta che potessero essere efficaci per diffondere il messaggio cristiano.

Una donna dalle grandi visioni ma anche dalla squisita umanità. Un altro atteggiamento che ho appreso da lei è stato l'attenzione al lato umano della vita delle persone che l'ha caratterizzata fino alla fine. Degli autori conosceva il nome dei familiari, e sapeva entrare con discrezione ma partecipazione nelle loro vicende di vita. Non instaurava solo un rapporto professionale, ma anche umano. Così penso la Figlia di San Paolo oggi: libera, creativa, con una profonda spiritualità impastata di terra, di umano, di condivisione e compassione.

Non ci resta che ringraziare Dio per averla avuta con noi per così tanti anni e ringraziare te, sr Ida Paola, per aver incarnato in modo intelligente il carisma paolino.

Forse una stella, un lago. Acqua sono
stata, questo lo so. Sono stata acqua
e vento. Una pioggia su qualcosa
che ero stata tempo addietro.
Forse anche il mare.
E dunque - di cosa dovrei avere paura
Adesso.
M. Gualtieri

Ciao sr Ida Paola, da tutte noi. Sappiamo che continuerai a starci accanto e contiamo sulla tua intercessione per noi e per l'umanità presso lo Sposo bello che finalmente contempli.


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