Dall'io al tu [Grun]

Torna in libreria Anselm Grün, uno degli autori di spiritualità di maggior successo, con un testo che ribalta il senso comune sul termine “preoccupazione”, interpretato dall’autore come “dono”.

Anselm Grün, monaco benedettino tedesco, ha studiato teologia, filosofia ed economia aziendale. Come direttore amministrativo dell’abbazia benedettina di Münsterschwarzach, è responsabile, da oltre trentacinque anni, di più di trecento dipendenti nelle diverse aziende del convento. È uno degli autori spirituali di maggior successo; i suoi seminari e le sue conferenze registrano una straordinaria affluenza di pubblico. Molti i suoi libri pubblicati da Paoline, l’ultimo dei quali è Energia per cambiare (2016).

Nel suo nuovo volume “Dall’io al tu”, l’Autore prende in considerazione il termine preoccupazione e, ribaltando il modo usuale in cui viene inteso, lo interpreta come un dono: per la convivenza nella famiglia e nella società, per noi stessi e in relazione a Dio. Leggiamo nell’introduzione: “Quando qualcuno mi ha detto che gli sarebbe piaciuto leggere qualcosa di mio a proposito della preoccupazione e del preoccuparsi, in un primo momento mi sono venute in mente tutte le possibili citazioni nelle quali l’argomento assume una connotazione negativa. Ci diciamo per esempio a vicenda: «Dai, non ti preoccupare». E lo riteniamo un buon consiglio. Tuttavia, in tal modo la preoccupazione sembra una cosa opprimente, stressante. Perciò ci auguriamo a vicenda di non avere preoccupazioni […].Poi però ho pensato ai tanti confratelli che nel monastero lavorano preoccupandosi con amore della comunità. O di quelli che assistono i nostri fratelli anziani e malati. E ho pensato a mia madre, che si preoccupava sempre di noi sette figli. E le piaceva. Anche da anziana continuava a preoccuparsi volentieri degli altri. Quando aveva saputo di una giovane donna che non andava d’accordo con la sua famiglia, a Natale le aveva mandato i suoi biscotti fatti in casa. La madre premurosa capiva subito chi avrebbe potuto rallegrare con un dono. E mi sono venute in mente tante altre madri che si preoccupano giorno dopo giorno delle loro famiglie. Quando penso a tutte le persone che si preoccupano degli altri, so che la preoccupazione buona è propria degli esseri umani”.

E ancora: “In questo libro intendo trattare soprattutto la preoccupazione nel suo significato positivo, rendendo onore a tutte quelle persone che si preoccupano degli altri, siano essi bambini, malati, profughi, persone sole, colleghi; che si preoccupano delle anime e dei corpi, delle gioie e delle ansie. E intendo descrivere la preoccupazione come espressione di amore. Oggi più che mai abbiamo bisogno di questo amore premuroso, perché viviamo in un’epoca nella quale molti si preoccupano soltanto di se stessi e hanno in mente soltanto il proprio benessere”.

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