Una rilettura del metodo pedagogico-educativo di don Lorenzo Milani, in cui si evidenzia l’attualità della lezione del prete di Barbiana. Una lezione a cui si può, anzi, si deve attingere per riflettere sulla società globale e le sue complesse sfide.
Mela Mondì Sanò, studiosa della storia di Sicilia ha un posto particolare nella storia della nostra televisione. Nel 1957, giovanissima, è stata la prima donna siciliana che, rompendo tradizionali tabù, si è presentata in tv, partecipando alla mitica trasmissione Lascia o raddoppia?, vincendo peraltro il massimo premio e portando il nome del suo piccolo paese, Torrenova (ME), alla ribalta nazionale.
Per tanti anni il suo impegno di studio e di lavoro si è espresso soprattutto nella scuola. Direttrice didattica, a Palermo, dal 1978 si è interessata dei rapporti « scuola-territorio » con iniziative scolastiche e sociali che la videro impegnata sul fronte del problema « legalità ». Sul fronte sociale è stata tra l’altro consigliere nazionale del Movimento d’Impegno Educativo dell’Azione Cattolica (M.I.E.A.C.) e presidente dello stesso nella città di Palermo.
Autrice di testi di saggistica, di poesia, di saggi pedagogico-didattici, nella sua ultima fatica editoriale Dalla timidezza alla speranza analizza le motivazioni profonde che hanno spinto don Lorenzo Milani a lottare per l’umanizzazione di Barbiana, un borgo dimenticato da tutti.
Alla sua pedagogia ancora oggi possiamo attingere per riflettere sulla società globale e sulle sfide connesse ai meccanismi della povertà e dell’emigrazione e trarre ispirazione per un « impegno pedagogico-politico » per la « città dell’uomo » che richiede l’incrocio tra soggettività, oggettività e responsabilità, da parte dell’adulto educatore, per risolvere positivamente il conflitto generazionale.
È infatti aiutando i giovani a capire la propria vocazione umana-sociale-civile-religiosa, a esaminare, senza ipocrisia, il proprio atteggiamento nei confronti di « Dio, dell’io e dell’altro », su cui si regge l’idea di « comunità » che essi possono vincere la « timidezza » che accompagna da sempre coloro che restano fuori dal circuito della storia e accendersi alla « speranza ».
Nella rilettura del metodo pedagogico-educativo di don Lorenzo Milani, l’autrice evidenzia l’attualità della lezione di questo prete. Si legge nell’introduzione: “Bisogna liberare lo spazio sottratto all’uomo, quello che lo ha reso inadeguato a se stesso e al mondo sociale, perché solo così la timidezza può essere vinta dalla speranza, l’egoismo dalla generosità e dalla giustizia, la paura dalla fede, la disperazione dalla gioia e l’uomo può vedere la propria vita diventare « poesia », inno al Creatore, urgenza di dar forma alla realtà mediante la « parola ».