Torna don Marco D’Agostino con un testo di meditazione sul concetto di “nudità”, di fragilità esistenziale, come condizione stessa per farsi amare e amare Dio.
Il nuovo testo di don Marco D’Agostino ruota intorno al concetto di «nudità» come fragilità esistenziale. La consapevolezza della propria finitezza come esseri umani è condizione per lasciarsi amare da Dio, dagli altri e da se stessi. La «nudità» è condizione e richiesta di aiuto, come ben evidenziano tre episodi biblici presi in considerazione dall’Autore: il dialogo tra Dio e Adamo, che contiene l’espressione che ha ispirato il titolo del libro; la parabola del padre misericordioso e quella del Buon Samaritano. Tre condizioni di «nudità» che permettono di vedere se stessi e la realtà con occhi diversi, quelli misericordiosi di Dio, lontano da mascheramenti, pretese e rivendicazioni.
Scrive don Marco: “Ho scritto queste pagine perché ho capito che Dio mi vuole bene anche quando sono nudo. E soprattutto chiede a me – e a ciascuno – di non nascondermi. Per farmi amare così. Per amarmi più di quanto non voglia. Per sapermi amato anche in questa condizione di vulnerabilità. Per imparare che non tutte le ciambelle escono perfette. Alcune si rompono. Altre, nel forno, bruciano. Altre ancora sono impresentabili. Al Signore piacciono tutte. Anche se non sono tutte uguali. Piacciono, e non butta via nulla”.
Il testo è adatto sia per la meditazione personale che comunitaria.
Note aggiuntive sull’Autore
Marco D’Agostino, cremonese, è sacerdote dal 1995. Nei primi anni del suo ministero ha lavorato in oratorio e nella pastorale vocazionale. Insegna Scienze bibliche agli Studi Teologici Riuniti di Lodi e Lettere al liceo « Vida » di Cremona. Cammina a fianco dei giovani nel loro percorso nel seminario diocesano. Nei suoi saggi si è occupato di educazione, vita presbiterale e accompagnamento spirituale. Con Paoline ha pubblicato: Miti e forti (2013), Credere... chi me lo fa fare?! (2015), Un caffè con tanti baci (2018).