Generare alla vita in Cristo [Landi]

Antonio Landi, esperto dell’opera lucana e paolina, offre un interessante studio sull’uso di metafore genitoriali nelle lettere di Paolo e sulla loro grande efficacia comunicativa.

Paolo è l’unico autore del Nuovo Testamento a utilizzare in maniera autoreferenziale le metafore della paternità e maternità per descrivere la profonda relazione che lo lega alle comunità da lui fondate. I credenti di Tessalonica hanno sperimentato l’amorevolezza e la gratuità che hanno caratterizzato l’apostolato di Paolo: come una madre si è preso cura di loro (1Ts 2,7-8), condividendo il suo Vangelo e la sua vita. Anche a distanza, egli continua a esortare e incoraggiare il cammino di fede dei suoi convertiti, così come un padre fa con i suoi figli (1Ts 2,11-12). Nei confronti dei corinzi, lacerati da profondi conflitti interni, rivendica il titolo di padre, poiché è stato lui a generarli nella fede per mezzo della predicazione del vangelo (1Cor 4,15). La sofferenza che Paolo sperimenta nei riguardi delle comunità della Galazia, sul punto di farsi circoncidere e di sottomettersi alla legge mosaica,  accettando la proposta di non bene identificati missionari di origine giudeo-cristiana, è condensata nell’immagine del parto sofferto che una madre affronta per generare al mondo suo figlio (Gal 4,19). La proclamazione del vangelo e la costante premura che egli nutre verso le Chiese sorte grazie alla sua predicazione fanno di lui il padre, che genera e sostiene i suoi credenti, e la madre, che non ripudia la sofferenza perché i suoi figli spirituali possano rinascere alla vita nuova in Cristo.

Lo studio di Antonio Landi, Generare la vita in Cristo. Paolo, il Vangelo e la comunità, si propone di esaminare nel dettaglio le pericopi in cui Paolo si esprime appunto in termini genitoriali per richiamare le sue comunità al contenuto e alle esigenze del messaggio evangelico (1Ts 2,1-12; 1Cor 4,14-21; Gal 4,12-20). Obiettivo del testo non è solo quello di mostrare e far apprezzare, nel contesto in cui vennero usate, l’originalità d’uso delle metafore parentali, ma anche, e soprattutto, evidenziare il forte impatto retorico-comunicativo che esse provocarono nella corrispondenza epistolare tra Paolo e i suoi destinatari.

Note aggiuntive sull’autore
Antonio Landi (1980) è presbitero dell’arcidiocesi di Amalfi-Cava (2005) e laureato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma (2015). Attualmente è docente associato di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (S. Tommaso, Napoli) e invitato presso la Pontifica Università Urbaniana di Roma. Esperto dell’opera lucana e paolina, membro dell’Associazione Biblica Italiana e della Society of Biblical Literature, oltre ad articoli su riviste teologiche e bibliche, ha pubblicato: La testimonianza necessaria. Paolo, testimone della salvezza universale a Roma in At 28,16- 31 (Analecta Biblica 210; 2015); Paolo e l’evangelo della misericordia (2016).

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