La discepola ribelle [Pelizzari]

Gabriele Pelizzari ci presenta, attraverso uno studio scientifico ma accessibile, la straordinaria e poco convenzionale figura di Santa Tecla di Iconio.

La figura di santa Tecla di Iconio, straordinariamente rilevante nei primi secoli della cristianità, viene presentata nello studio di Gabriele Pelizzari (scientifico ma di facile accessibilità), attraverso l’analisi e la descrizione del più antico testo che ne presenta i lineamenti: gli Atti di Paolo e Tecla.

Ne emergono un modello di santità e la figura di una cristiana non convenzionali sia per la loro incredibile densità agiografica – Tecla riassume la figura del martire, dell’apostolo, del sacerdote e del discepolo – sia per l’autonomia nell’agire e nel pensare. Si tratta di un paradigma di “donna cristiana”, del tutto esente dall’idea della subalternità al maschile, che offre un esempio interessante, soprattutto per riconsiderare il ruolo delle donne nella Chiesa non a partire dalla loro “virilizzazione” (una donna può valere solo se le si consente di fare ciò che fanno gli uomini) ma dalla loro libertà (una donna può valere se le si restituisce il diritto a un’opinione autonoma e alla libertà di coscienza e di azione).

Scrive l’Autore: “La figura di Tecla si staglia in questo orizzonte religioso come un intreccio di contraddizioni e peculiarità non di rado inedite – e spesso mai più replicate –, prima fra tutte quella di attestare una santità non del tutto conciliata con quei modelli teologici della sua epoca che poi si affermeranno come vincenti. Nonostante i rimaneggiamenti, le riscritture, gli addomesticamenti e talora anche le censure con cui si tentò di disciplinarne l’agiografia, frammenti del modello celebrato originariamente in Tecla affiorano ancora e ancora oggi si pongono quali “riserve agiografiche” rispetto all’ideale paolino di donna, al modello ecclesiale di verginità, al fondamento teologico del martirio e al kerygma escatologico della salvezza. Il profilo di questa antica e in parte leggendaria donna cristiana fu tratteggiato attraverso il criterio del paradosso”.

Note aggiuntive sull’Autore
Gabriele Pelizzari insegna Storia del cristianesimo antico, Letteratura cristiana antica e Introduzione alla critica neotestamentaria presso l’Università degli Studi di Milano e Patrologia e Storia della Chiesa precostantiniana e Temi di teologia patristica presso la Facoltà Teologica di Lugano.
I suoi interessi di ricerca si rivolgono prioritariamente verso la storia e la critica della letteratura protocristiana del I e II secolo e al rapporto tra parola letteraria e documento iconografico nelle origini cristiane. Da alcuni anni collabora stabilmente con Paoline Editoriale Libri, dirigendo la collana “Letture cristiane del primo millennio”.

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