Vincenzo Noja offre uno sguardo alla meditazione e alla contemplazione nelle tre grandi religioni monoteistiche. Con la presentazione del filosofo Marco Vannini.
Vincenzo Noja è uno studioso di testi mistici e della spiritualità interreligiosa. Ha dedicato diversi volumi a Ildegarda di Bingen, Meister Eckhart, Taulero, Katherine Emmerick e altri. Al tempo stesso ha indagato tematiche e metodi nella pratica spirituale delle diverse religioni, scoprendo le radici comuni della fede e della psicologia umana.
Nel suo nuovo libro tratta appunto della meditazione e della contemplazione nelle tre religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo, islam. Scrive l’Autore: “Da circa 4000 anni, fin dai tempi di Abramo e di Mosè, la meditazione e la contemplazione sono la base essenziale, il sostegno e l’essenza della vita di preghiera e di dedizione a Dio e al prossimo. Senza queste pratiche di interiorizzazione non sarebbe possibile realizzare la profonda spiritualità fondata sulla viva fede e l’ascesi unitiva; le religioni sarebbero senza anima, consisterebbero solo in vuoti rituali e aridi precetti morali”. Dopo una introduzione sostanziosa, il testo si struttura in tre parti, secondo le tre fedi. Ogni parte, dopo una ricca presentazione del tema nella religione di cui si tratta, si conclude con una breve antologia di testi.
La presentazione è del filosofo Marco Vannini, noto studioso di mistica (tra le altre cose, è curatore dell’edizione italiana di tutte le opere di Meister Eckhart), che scrive: “Le mistiche, di ogni tempo e luogo, si assomigliano tutte, fin quasi (lo sottolineiamo) all’identità, scriveva Simone Weil, che parlava in proposito di una fisica soprannaturale”. E conclude: “Riprendo quanto detto dall’Autore all’inizio: meditazione e contemplazione sono « il più alto e nobile sacrificio ». Sacrificio va qui inteso certamente in primo luogo nel suo senso più ovvio di offerta a Dio, ma mi piace insistere sulla parola in un senso specifico, proprio per l’argomento trattato: il sacrificio per eccellenza è qui il sacrificio di se stessi, ovvero la rinuncia a se stessi, il distacco, senza il quale non esistono veramente pensiero libero, meditazione, contemplazione, mistica. A questa, e a consimili riflessioni, ci spinge con urgenza il presente libro”.