In vista del centenario della nascita (18 luglio 1918) e del quinto anniversario della scomparsa(5 dicembre 2013), un ritratto approfondito di uno dei più grandi simboli della lotta contro le discriminazioni e le disuguaglianze.
L’Autore, in questo volume, ripercorre i tratti salienti della vita di Nelson Mandela (Mevzo, 18 luglio 1918 - Johannesburg, 5 dicembre 2013), dall’infanzia alla presa di coscienza politica, che porterà quel ragazzo, figlio di un capo tribù Thembu, a essere eletto nel 1994 Presidente della Repubblica Sudafricana, nonché l’anno prima insignito del Premio Nobel per la Pace. Mandela, durante il suo lungo percorso contro la segregazione razziale dell’Apartheid, verrà trattenuto in carcere per oltre vent’anni. Una volta libero, gli incontri con personaggi di spicco del mondo politico e religioso di allora, i suoi accorati discorsi alle masse, resi celebri, nonché la sua azione di lotta e di governo, ne faranno un simbolo politico, un’icona della liberazione materiale e culturale.
Eppure, Mandela non fu soltanto un leader carismatico e un guerriero; egli fu un vero e proprio antieroe che, una volta al governo della sua Repubblica, si impegnerà per far sentire i suoi compatrioti non più schiavi, ma cittadini. Egli, attraverso le libere elezioni, l’ampia scolarizzazione, la lotta all’Aids, risolleverà le sorti del suo Paese facendone non soltanto una nazione libera e democratica, ma un popolo cosciente e proteso verso il futuro. Con un’attenzione particolare alla lotta alla povertà: “Come la schiavitù e l’apartheid, la povertà non è naturale. Sono le persone che hanno creato la povertà e che hanno sopportato la povertà, e sono le persone che la sconfiggeranno. E sconfiggere la povertà non è un gesto di carità. È un gesto di giustizia. È la protezione di un diritto umano fondamentale, il diritto a un vita decente e dignitosa”.
Il grande statista africano tracciò un percorso nuovo, una terza via, alternativa sia all’ideologia comunista, sia a quella che prevede l’opposizione razziale a oltranza, sia essa bianca o nera. Il progetto filosofico e politico di Mandela era rivolto alla costruzione di un Paese multirazziale, aperto al mondo, comunitario e libero, indipendente e sovrano. Un Sudafrica che potesse essere di esempio per tutti gli altri Paesi del Continente, in cui i neri, anziché subire quello imposto da altri, potessero costruire un futuro, il proprio.
Un esempio, quello di Mandela, che rimane profondamente attuale e valido. Come scrive l’autore, “L’esempio e il pensiero politico di Nelson Mandela richiedono, oggi, una riflessione urgente, per tutti gli uomini e le donne africani, ma anche per gli occidentali, nel tentativo di riscoprire nuovi equilibri culturali e geopolitici senza, tuttavia, abbandonare antiche identità”.
Note aggiuntive sull’Autore
Danilo Campanella, storico e filosofo, ha conseguito un Master in Geopolitica presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI), la laurea magistrale in Filosofia morale presso l’Università degli Studi Roma Tor Vergata e la Laurea specialistica in Filosofia a indirizzo storico-critico presso la Pontificia Università Lateranense, a cui è seguito un dottorato (PhD) in Filosofia politica. Già docente, è vicedirettore del Corso di Specializzazione in Filosofia Interculturale presso l’ARSSUP Svizzera. Diverse le sue pubblicazioni e i riconoscimenti. Con Paoline ha pubblicato: Aldo Moro. Politica, filosofia, pensiero (2014).