La vicenda esistenziale e spirituale di quattro grandi donne del Novecento (Gabrielle Bossis, Madeleine Delbrêl, Etty Hillesum e Simone Weil) accomunate da un rapporto personale, anticonvenzionale, appassionato con il divino.
Gabrielle Bossis, Madeleine Delbrêl, Etty Hillesum e Simone Weil sono quattro straordinarie figure femminili del Novecento. Da molti considerate mistiche moderne, hanno sperimentato l’amore di Dio
nella loro interiorità e l’hanno manifestato con le parole della vita e degli scritti. In modo sorprendentemente attuale.
Gabrielle Bossis (1874-1950) è un’attrice teatrale che porta sui palchi di quattro continenti i copioni da lei scritti. Madeleine Delbrêl (1904-1964) è un’assistente sociale che, fra una sigaretta e un caffè, compone poesie seduta al bar. Etty Hillesum (1914-1943) è un’intellettuale che di giorno lavora per il Consiglio Ebraico e di notte scrive un diario struggente. Simone Weil (1909-1943) è una filosofa pacifista che porta avanti in modo del tutto personale la sua guerra alla guerra. In un contesto storico drammatico, segnato dai due conflitti mondiali, queste quattro donne, che neppure si conoscono fra di loro, vivono la medesima esperienza di ricerca e dialogo con Dio. Hanno con il divino un rapporto personale, anticonvenzionale, appassionato, che tocca vertici di rara intimità.
Su di loro si concentra il nuovo libro di Maria Luisa Eguez. Che le definisce, così come recita il titolo, Partorite dal Padre. Si legge nell’introduzione: “Cosa accomuna quattro donne molto note come Madeleine Delbrêl, Etty Hillesum, Simone Weil e Gabrielle Bossis? Possiamo rintracciare senz’altro subito più di un comun denominatore: essere donne europee vissute nel XX secolo, avere affrontato le due guerre mondiali, essersi impegnate nel sociale, aver compiuto un non ordinario cammino di fede, aver procreato non nel corpo ma nello spirito. Ma c’è molto di più ed è una biblica vocazione alla gioia: anche in mezzo alle tempeste della loro vita, l’aver prestato il proprio volto all’immagine femminile di Dio, essersi rivelate come figlie autenticamente generate da Dio, anzi – per usare un’espressione tipica del Vangelo tradotta letteralmente – l’essere state partorite da Dio (Gv 11,52). Tale gioia non ha nulla a che fare con l’entusiasmo facile, l’euforia, l’appagamento dei propri bisogni, la soddisfazione per la realizzazione dei propri progetti, ma è piuttosto la percezione profonda dell’essere abitati da una muta e allo stesso tempo eloquente presenza, come « il sussurro di una brezza leggera » (1Re 19,12) di cui fa esperienza il profeta Elia sull’Oreb. E si può lasciar trapelare questa gioia dell’inabitazione divina, come accadeva a Madre Teresa di Calcutta, anche quando ci si trova nelle tenebre più fitte”.
Note sull’autrice
Maria Luisa Eguez (La Spezia 1951) come scrittrice e poetessa ha al suo attivo una ventina di pubblicazioni, oltre a numerose partecipazioni antologiche. A lungo insegnante, è caporedattrice di Lerici In. Alcune sue opere sono state tradotte in inglese (per USA, Canada e Australia), polacco e coreano. Al centro dei suoi campi d’indagine vi sono in particolare la spiritualità femminile e l’esegesi biblica. Con Paoline ha pubblicato: Santità al femminile. Donne determinate e forti (2013), Col fiato sul collo. Quando l’amore diventa persecuzione (2014) e la trilogia illustrata per i piccoli: Nostro Padre è... (2014), Nostra Madre è... (2015), Nostro Fratello è... (2017).