Un libro che, attraverso testimonianze celebri e profonde riflessioni, intende mettere in luce gli aspetti affascinanti della cosiddetta “quinta età” e, più in generale, invita a un rivalutazione della vecchiaia.
Il vento mi chiama e con voce carezzevole sussurra nelle mie orecchie: “Fra poco non è forse ora di andare in quel mondo?”. Allora io di getto rispondo: “Rimango qui ancora un po’, perché ci sono cose che vorrei ancora fare”. Questi versi di Shibata Toyo, poetessa giapponese vissuta 101 anni, potrebbero essere considerati il manifesto dei protagonisti del libro scritto a quattro mani da Elena Miglioli e Renato Bottura. I protagonisti sono grandi vecchi che stanno per raggiungere, o hanno già raggiunto, il secolo di vita, ancora sorprendentemente attivi, con un vissuto ricco e meritevole di essere conosciuto. Le loro storie, a volte imprevedibili come un romanzo, contengono segreti di longevità che la scienza cerca di carpire e che sono fondamento di un patrimonio umano ed esperienziale ineguagliabile.
Il libro, che intende mettere in luce gli aspetti più affascinanti della quinta età, è costituito da due parti diverse e complementari. Nella prima sono presentate storie di vita spesso curiose e in ogni caso straordinarie, come quelle di Angelo Loforese, tenore dalla voce piena e squillante come ai tempi delle tournée mondiali; di Lanfranco Frigeri, pittore e scultore, uno dei padri del Surrealismo in Italia; di Vito Ortelli, che in sella alla sua bicicletta riuscì a battere Coppi e Bartali; di Arturo Paoli, missionario dei Piccoli Fratelli del Vangelo. Come hanno fatto queste persone a vivere così a lungo e bene? È solo questione di genetica o c’è dell’altro? Nella seconda parte del volume, l’occhio clinico del geriatra Bottura analizza quei fattori che si possono ritenere responsabili di una buona – spesso ottima – vecchiaia: stili di vita, passioni, spiritualità, valori.
Da due prospettive diverse ma a un’unica voce, gli autori invitano a non demonizzare la vecchiaia, ma a viverla come un periodo della vita comunque fertile e ricco di opportunità.
Il libro è arricchito anche dalla preziosa prefazione di Umberto Veronesi, Direttore dell’Istituto Europeo di Oncologia, che scrive: “Queste delicate storie di centenari narrate da Elena Miglioli, unite alle considerazioni scientifiche di Renato Bottura, contribuiscono a una delle riflessioni centrali dei nostri giorni: come diffondere la coscienza che la longevità è un patrimonio. Io credo sia necessaria e urgente una rivoluzione culturale che convinca che una lunga vita ha un valore concreto se l’anziano è nella condizione di trasmettere le proprie idee. Per questo bisognerebbe esplorare la mente senile nella sua profondità – come fa Elena nei suoi ritratti – che è l’esatto contrario di ciò che avviene oggi nelle società occidentali, in cui più si invecchia e meno si viene considerati”.
NOTE SUGLI AUTORI
Elena Miglioli, giornalista, è responsabile della Struttura Comunicazione dell’Azienda ospedaliera di Mantova. È stata redattrice del quotidiano La Voce di Cremona e ha collaborato con varie testate giornalistiche, tra le quali Il Giornale. Con Paoline ha pubblicato La notte può attendere. Lettere e storie di speranza nelle stanze della malattia terminale (2013).
Renato Bottura, dirigente sanitario della Fondazione Mazzali di Mantova, è medico specializzato in geriatria. Su tematiche riguardanti gli anziani ha scritto numerosi libri, fra i quali Quarta età (2003) e Il sapore dell’attesa (2013). Da diversi anni svolge attività di volontariato presso il carcere di Mantova e in alcuni Paesi africani.