L’Arminuta

Cineforum

Estate 1975. Una ragazzina di tredici anni viene restituita alla famiglia cui non sapeva di appartenere. All'improvviso perde tutto della sua vita precedente: una casa confortevole e l'affetto esclusivo riservato a chi è figlio unico venendo catapultata in un mondo estraneo, una realtà rurale e ancora arcaica. Uno straniamento in cui l'Arminuta, ossia la ritornata, dovrà attraversare il senso di abbandono per arrivare a scoprire quello di appartenenza.

Il Film

Tratto dall'omonimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio, bestseller e vincitore del Premio Campiello nel 2017, il film è ambientato nell'estate del 1975. La narrazione si apre con la scena di una macchina che si inerpica verso i luoghi montuosi dell'entroterra abruzzese. All'interno dell'abitacolo è seduta una adolescente, rossa di capelli e disperata, che viene restituita ai genitori biologici di cui ignorava l'esistenza. Scopre così all'improvviso di essere stata adottata. Alla sua nascita la famiglia non poteva permettersi di mantenerla e così l'affida a una coppia di parenti che non aveva figli. Da una vita serena e benestante, la ragazza si trova scaraventata in un mondo totalmente estraneo e nella crudeltà di un gruppo familiare povero e disperato che vive nell'indigenza assoluta. Perde tutto: l'amore esclusivo riservato ai figli unici, gli amici, la scuola, una abitazione accogliente e confortevole. Viene spogliata anche del proprio nome. Nel film infatti è chiamata "Arminuta", che in dialetto abruzzese significa "ritornata". Dopo un primo momento di ribellione furiosa, inizia a adattarsi alla nuova condizione consolata dallo studio e dalla presenza della piccola sorella Adriana.

Per riflettere dopo aver visto il film

L'Arminuta è un film forte e garbato che srotola la sua narrazione attraverso opposizioni tematiche: povertà e benessere, tristezza e gioia, libertà e costrizione, passato e futuro. Il regista si sofferma sui contrasti e sulle diversità. In queste realtà degli opposti si scontrano i personaggi bloccati nella sofferenza, impossibilitati a manifestare i propri affetti, ma anche i piccoli gesti affettuosi di cui tutti sentono bisogno. Le donne che maggiormente risaltano nella loro diversità sono le due madri, quella biologica e quella adottiva. Donne schiacciate sotto il peso della fatica del vivere, assoggettate a una sorte avversa verso la quale non trovano il coraggio di opporsi. Bellissime anche le due sorelline, straordinarie nel loro legame e nella forza di affrontare le ostilità uscendone rafforzate, unite e coraggiose. L'Arminuta, che nel film non sentiamo mai chiamare con il vero nome, si riscatta con lo studio, nel quale emerge e, proprio per questo, le viene data la possibilità di accedere a una gara letteraria e alla scuola superiore. Anche se si aprono le porte di un futuro migliore la ragazza non si arrende e vuole sapere perché è stata inaspettatamente respinta dalla sua famiglia. Un giorno la verità, anche se dolorosa, si farà strada nel suo cuore e sulle strade tortuose del territorio abruzzese.

Una possibile lettura

Il film ci propone una storia al femminile con protagoniste, età e esperienze diverse. L'Arminuta, che improvvisamente deve lasciare ogni cosa della sua vita, viene catapultata in una realtà che non conosce. Un mondo dolente e tormentato dove sentimenti e passioni sono soffocati e il dolore è vissuto come sosta fra le varie disgrazie della vita. Nel racconto parlano solo gli occhi di una madre e di una figlia. I volti, solcati da sofferenze mute, sono raffigurati dal regista con forte intensità. Nel cambiamento traumatico, la ragazza è bloccata fra due universi opposti: quello del passato che non si rassegna a perdere e quello del presente ignoto in cui non riesce a calarsi. Il suo desiderio è quello di tornare a casa, nel calore della sua famiglia e dell'infanzia spensierata. L'intensità dei ricordi è così forte che la sconvolge riportandola continuamente con nostalgia a un tempo spensierato e meraviglioso. Lei desidera riprendersi la bellezza delle cose, terminare un cammino di crescita adolescenziale rifiutando soluzioni di accomodamenti. Il suo è uno spirito emancipato in una coscienza libera. Da lei cogliamo la sofferenza trasmessa con lo sguardo e i silenzi, una comunicazione, la sua, orientata alla sopravvivenza.

Titolo originale: L'arminuta
Genere
: Drammatico
Regia: Giuseppe Bonito
Interpreti: Sofia Fiore (L'arminuta), Vanessa Scalera (La madre biologica), Elena Lietti (La madre adottiva), Carlotta De Leonardis (Adriana), Fabrizio Ferracane (Il padre biologico), Andrea Fuorto (Vincenzo)
Nazionalità: Italia/Svizzera
Distribuzione: Lucky Red
Anno di uscita: 2021
Soggetto e Sceneggiatura: Donatella Di Pietrantonio, Monica Zappelli
Fotografia: Alfredo Betrò
Musica: Giuliano Taviani, Carmelo Travia
Montaggio: Roberto Missiroli
Durata: 110'
Produzione: Maurizio Tedesco, Roberto Sbarigia, Luigi Filippo Manzolino, Manuel Tedesco
Valutazione del Centro Nazionale Valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana: Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematiche: Adolescenza, Amore-Sentimenti, Donna, Educazione, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Povertà-Emarginazione, Scuola
Note:
- Selezione Ufficiale alla XVI Festa del Cinema di Roma (2021)
- Realizzato con il sostegno di Lazio Cinema International - Regione Lazio e Mic..


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