Lo spirito di Tibhirine...

...dopo dieci anni è vivo!

Perché continuare a riesumare il passato... soprattutto se triste? Perché farlo anche quando non ci sono né anniversari né occasioni speciali? Ogni giorno il mondo, vicino e lontano, ha bisogno di qualcosa che dia ossigeno alla speranza: per questo ne parliamo. E l'ossigeno buono non lo forniscono le parole, ma la vita. Per questo vogliamo incontrare un testimone prezioso, sopravvissuto a uno sterminio e consegnatosi al perdono.

Forse il suo nome non è così famoso da attivare immediatamente la nostra memoria, ma la sua storia sì. Lui è frère Jean-Pierre, monaco trappista, e la sua storia ci riporta in Algeria, a Tibhirine, nel monastero trappista dove i terroristi islamici nel 1996, rapirono e, successivamente, giustiziarono, 7 monaci, suoi confratelli.

Storia ancora attuale, purtroppo, anche a distanza di circa 20 anni, che continua a non farci dormire sonni tranquilli. Storia che oggi ha il volto di migliaia di credenti perseguitati e trucidati, siano essi cristiani o islamici. Storia che continua a interpellarci, attraverso le sue parole di anziano monaco sopravvissuto che, dopo quella notte, tra il 26 e il 27 marzo 1996, ha consegnato la sua vita al dialogo e alla riconciliazione, a una ferma volontà di ricostruire quel tessuto umano, naturalmente creato per vivere, ma lacerato in profondità da un odio etnico, raziale, politico, religioso.

Testimone di un dialogo possibile

Oggi, in un momento in cui nel mondo sono attivi ben 27 conflitti, molti dei quali hanno pretesti di tipo religioso, la figura di frère Jean-Pierre svetta e fa brillare barlumi di speranza. Lui è il testimone che quei sette martiri trappisti, in Algeria, hanno consegnato alla storia, perché lo spirito di Tibhirine e i sentieri di incontro e dialogo islamo-cristiano che lì si erano iniziati possano continuare a segnare una nuova direzione alla storia e all'umanità.

Lo scorso marzo, a Tibhirine, sono ritornati per la prima volta dopo quell'agguato il Ribât es-Salâm, un gruppo che dal 1979 ha ereditato e vissuto lo spirito di concordia e dialogo interreligioso che era la caratteristica e il senso stesso del monastero trappista. Un'eredità che Ribât es-Salâm continua a custodire e promuovere. Ma non basta! Non può bastarci che solo alcuni la vivano.

Sta a noi, anche grazie al prezioso lavoro di Nicolas Ballet, giornalista e docente presso l'Istituto di studi politici a Lione, accogliere la sfida e viverla in prima persona. Il suo è stato un lavoro certosino e di fatto il libro nasce proprio dall'aver raccolto trenta ore di intervista all'anziano monaco e da lunghe e meticolose ricerche nella biblioteca e negli archivi del monastero. Ma ora è affidato a noi, alla nostra capacità di metterci in gioco nei vissuti quotidiani o di declinare ogni responsabilità con obiezioni dal fiato corto.

Ci sono alcuni passaggi particolarmente intensi, in cui sembra cogliere dalle parole di frère Jean-Pierre l'animo con cui ha vissuto quei momenti di tensione e pericolo, ma anche la speranza che un'era di pace possa davvero sorgere.

Come il chicco di grano

«Dalla qualità della relazione tra cristiani e musulmani», afferma l'anziano monaco, «dipenderà senza dubbio la pace nelle nostre attuali società. [...] si deve essere forti, è nel dialogo, con la volontà di scoprire ciò che è bello nel nostro prossimo, e provocare, reciprocamente, la sua curiosità. È un lavoro esigente. Dobbiamo accettare di essere perdenti in anticipo, come Cristo. Dobbiamo essere fedeli al suo esempio. I risultati li si attende per il dopo: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, non porta frutto". Le possibilità di riuscire sono maggiori se, con l'aiuto dello Spirito Santo, si tenta di intraprendere qualche cosa, piuttosto che se si resta con le braccia incrociate a imprecare contro i presunti difetti dell'altro».

Continuare, instancabilmente, a parlare di pace, di dialogo, di perdono e riconciliazione è un dovere e un impegno dunque, da cui non possiamo esimerci, soprattutto a fronte di chi, altrettanto instancabilmente attiva strategie di guerra, di emarginazione, di difesa in nome della sicurezza, di non solidarietà in nome del benessere nazionale particolare.
... Solo così lo spirito di Tibhirine vivrà!

Il testo Lo spirito di Tibhirine di frère Jean-Pierre e Nicolas Ballet è disponibile sullo store e in tutte le librerie Paoline.


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