Il Vangelo propone una visione del mondo e delle persone che porta all'equilibrio e alla gioia; l'insegnamento di Gesù, il Maestro accogliente verso tutti coloro che soffrono, è in sintonia con i più moderni approcci terapeutici della psicologia.
Si presentò un giorno nel mio studio Carla, cinquantenne impiegata, che alcuni giorni prima mi aveva contattato telefonicamente per chiedermi una consulenza. Ci salutammo, si sedette e mi disse: «Dottore, sto male e ho molti problemi personali e familiari. Credo di essere arrivata al capolinea, ho bisogno del suo aiuto. Ciò che mi ha convinto a chiamarla è stato il fatto che, partecipando a una sua conferenza, ho capito che lei utilizza la psicoterapia di Gesù e, siccome sono una cristiana praticante, penso che lei sia il terapeuta adatto a me». Accennai un sorriso e dopo una breve pausa dissi: «Mi piace la frase che ha usato, perché molti degli insegnamenti di Gesù si accordano con quelli della psicoterapia e, per una persona che come lei si riconosce nei valori della fede cristiana, scoprire questa ricchezza potrebbe essere veramente importante». Come intendere le parole di Carla pronunciate con tanta spontaneità? È corretto parlare di una «psicoterapia di Gesù»? Prima di rispondere a questa domanda è inevitabile rispondere a un'altra: che cos'è la psicoterapia?
Scrive Giovanni Jervis:
"La psicoterapia è qualsiasi forma d'aiuto e di cura attraverso il rapporto interpersonale. In senso generale, è psicoterapia quanto di utile può derivare al soggetto, per la soluzione dei propri problemi e la scomparsa dei propri disturbi, dall'incontro con un'altra persona, o con persone, e dallo scambio diretto di parole e di messaggi non verbali. In modo più preciso e limitato, si può parlare di psicoterapia quando un aiuto del genere venga dato in modo intenzionale da parte di una o più persone che abbiano la capacità e la professionalità di farlo".
Secondo questa definizione, la psicoterapia si fonda su un rapporto interpersonale tra due o più soggetti e su uno scambio di contenuti finalizzati alla soluzione di problemi e disturbi d'ordine psichico. In tale senso, parlare di «psicoterapia di Gesù» è sicuramente ingenuo. Se, invece, la intendiamo come un percorso per raggiungere uno stato di benessere psichico, allora potremmo rischiare la scommessa. I messaggi di Gesù, infatti, propongono all'uomo una visione di sé e del mondo capace di favorire l'equilibrio e il benessere psicologico.
Nel corso della mia attività di psicoterapeuta ho potuto osservare sul campo quelle dinamiche psicologiche che sul piano individuale e relazionale sono responsabili proprio del benessere o del malessere emozionale. Oggi sappiamo che il dolore psichico è legato a una molteplicità di emozioni negative che caratterizzano l'esperienza del soggetto, con una radice nel passato e una struttura stabilizzata nel presente, nel suo «impianto» cognitivo e affettivo.
La mia attenzione si è rivolta spontaneamente agli insegnamenti di Gesù che ho ritenuto congruenti con quanto i più moderni approcci psicoterapeutici insegnano; direi che mi è stato naturale utilizzarli con quei pazienti che potevano fare direttamente o indirettamente riferimento ad essi. Il progetto, più volte pensato, di mettere insieme in un volume parte della mia riflessione sui contenuti terapeutici dei Vangeli ha preso piede circa due anni fa e ora ha trovato concreta realizzazione.
A tutti coloro che nella propria ricerca del benessere interiore possono fare intimo riferimento alla visione cristiana dell'uomo, ai sacerdoti in qualità di guide spirituali, a quanti sono curiosi di scoprire la ricchezza terapeutica che si nasconde nelle pagine dei Vangeli e, infine, a tutti i terapeuti. Il lettore non credente potrà, comunque, arricchire le proprie conoscenze riguardo al rapporto tra psicoterapia e messaggio evangelico, anche se rimarrà inevitabilmente distante da alcune dinamiche psichiche (ad esempio, quelle legate all'esperienza della preghiera o della meditazione cristiana). Da diverso tempo sono state importate dall'Oriente concezioni e pratiche etico-religiose (yoga, meditazione trascendentale ecc.) che la psicologia clinica ha trovato interessanti e utili in chiave terapeutica. Personalmente apprezzo quanto ci arriva da un mondo tanto lontano e diverso, ma devo ammettere che mi è più naturale gettare lo sguardo su quanto è da sempre sotto i miei occhi: il Vangelo. Come si è detto, ci si concentrerà, lungo il percorso e secondo gli argomenti, su quegli elementi in comune tra gli insegnamenti di Gesù e la psicoterapia, senza fare esclusivo riferimento a un approccio o a una specifica scuola di pensiero. Mi sembra, inoltre, importante puntualizzare sin da adesso che si è tenuto costantemente presente il rischio di psicologizzazione del messaggio evangelico a scapito del suo significato spirituale. I due piani, infatti, quello psicologico e quello spirituale, sono e rimangono diversi, anche se, a parer mio, hanno un punto di contatto: il benessere dell'uomo, e in questo non credo possa esserci contraddizione tra essi. In quale rapporto stiano poi le due rispettive esperienze non è obiettivo di questo lavoro. L'invito che pertanto rivolgo al lettore è di tenere bene in mente tale premessa tutte le volte che si troverà a sostare in questa terra di confine, dove anche il linguaggio utilizzato ha tenuto conto di tale margine.
Giovanni barrale in: Psicoterapia e Vangelo, Introduzione, Paoline
La forza terapeutica del Vangelo, Parola che salva, quindi capace di offrire percorsi di guarigione e di liberazione, di accettazione di sé e di fiducia.