Papa Francesco non si stanca di denunciare che: «Le chiacchiere danneggiano la qualità delle persone, danneggiano la qualità del lavoro e dell'ambiente! » (Discorso alla Curia Romana, 20/12/2013).
«Il villaggio più bello del mondo è il mio, ovviamente. Si chiama Ponna Inferiore, frazione di Ponna, minuscolo comune della Valle d'Intelvi, incastonata fra il lago di Como e il lago di Lugano.
Da alcuni anni ho la residenza in questo piccolo Paese. Il comune di Ponna si adagia su una montagna boscosa – di faggi, castagni e abeti –, alta non più di un migliaio di metri e dalla forma piuttosto triangolare, denominata, appunto, Alpe di Ponna. Esso è suddiviso in tre piccole frazioni: Ponna Superiore (altrimenti detta Ponna Cima), Ponna Media (altrimenti detta Ponna di Mezzo), Ponna Inferiore (altrimenti detta Ponna Fondo). La popolazione complessiva delle tre frazioni non raggiunge le trecento persone e, fra costoro, quelle di Ponna Inferiore sono all'incirca una cinquantina...» (Stefano Guarinelli, La gente mormora, Paoline).
Ma, perché l'Autore parla nel libro del suo paese? Solo, perché è un bel paese? Sicuramente no! Il suo obiettivo è autenticamente «scientifico» e il suo paese è soprattutto l'esca, per catturarci e portarci qui e ambientare e affrontare il suo discorso sulla pericolosità del pettegolezzo, quale sia la funzione sociale e individuale del pettegolezzo, così da rendere anche più efficace ogni intervento teso a contrastarlo o a impedirne le derive.
Il pettegolezzo ha molte forme: mormorazioni, chiacchiere, voci, dicerie, illazioni, indiscrezioni, insinuazioni, rumor ecc. A giudicare dalla sua presenza nella letteratura di tutti i tempi, si può dedurre che sia sempre esistito e che faccia parte della «normalità» delle relazioni sociali. Dobbiamo dunque rassegnarci a tenerlo? In realtà il pettegolezzo segnala un'anomalia nel «funzionamento» del singolo e del gruppo.
È una sorta di tic nervoso individuale e sociale.
Come il tic, anche il pettegolezzo si mostra piuttosto resistente ai tentativi di mettervi mano, soprattutto se non si intercettano i dinamismi profondi, individuali e sociali, di cui esso è espressione. Assai più del tic, però, il pettegolezzo può degenerare in comportamenti le cui conseguenze giungono a essere perfino di inaudita gravità.
Per approfondire, oltre alla lettura del libro, leggi anche l'intervista all'autore: Pettegolezzo, malelingue al potere, su Avvenire del 24/01/2015.