Betsabea la bellissima

Alle storie delle donne della Bibbia, raccontate ai bambini nella collana "I petali", si aggiunge la vicenda dell'affascinante Betsabea, i i cui temi sono quelli del peccato che rompe gli equilibri e del perdono che rinnova la vita.

Un volo d'uccello distrae un re agitato che dal terrazzo della reggia scopre un'abbagliante bellezza mai vista prima. Questo evento, apparentemente accidentale, in realtà firma l'inizio della storia tra Davide e Betsabea, donna già sposata con uno dei migliori soldati del re. La loro vicenda è la nota più bassa della cetra di Davide. Il peccato e l'inganno fanno da cornice a una storia d'amore che si trasforma presto in dramma. Il peccato non è mai l'ultima parola per Dio, ma lo è il perdono. Davide consola Betsabea e il Signore consola entrambi con il conforto della prole. Lei, bella come una statua, donna marmorea, tra le tende del palazzo reale, impara a districarsi in affari di corona come un'esperta stratega politica. Come moglie, madre e sovrana dal perfetto atteggiamento regale, saprà abilmente agire per permettere al figlio prediletto Salomone di insediarsi sul trono. La bellezza dovrebbe far trasparire Dio da tutti i pori della pelle e rendere luminosi, speciali e liberi di amare le persone. La bellezza viene da Dio, è salvezza per il mondo, non bisogna impossessarsene per futili scopi terreni. Questo dono è anche un compito che l'essere umano è chiamato a realizzare: l'uomo e la donna sono usciti belli dalle mani di Dio.

 

E ora vi narro la vicenda di Betsabea, ...

"Amniel era un valoroso guerriero di Davide. Anche suo padre, Achitofel di Ghilo, lo era stato. Amniel aveva sposato Elam e per scherzare la gente aveva preso a chiamarlo Eliam, perché gli sposini erano inseparabili come gemelli siamesi. I due vivevano ai confini d'Israele. Eliam andava e veniva da casa, stava lunghi periodi lontano dalla famiglia, perché doveva seguire l'esercito di Davide come ufficiale. Ogni volta che rientrava era una festa, soprattutto quando nacque Betsabea: quella era la settima volta che teneva una sua creatura in braccio ed era raggiante. Sette figli! Sette, come i giorni della creazione; sette, come il numero della pienezza. Non poteva fare altro che ringraziare Dio per tutti quei doni.

A Betsabea piaceva giocare con le pietre preziose che portava papà. Le faceva rotolare fra le mani e poi le metteva in fila, in ordine di colore e grandezza. Le rivolgeva al sole, tenendole fra il pollice e l'indice e quando un raggio le trapassava, anche lei si illuminava di gioia. La mamma le raccontava le storie del giardino di Eden. Un fiume scorreva in Eden per irrigare il giardino e da lì si divideva in quattro corsi. Il primo corso si chiamava Pison e scendeva nella regione di Avila, dove c'era l'oro più fino, ma anche la resina odorosa e la pietra d'onice. Elam diceva che Dio nella creazione non aveva dato all'uomo soltanto il necessario per vivere, ma anche il superfluo, perché la vita fosse piena, bella, gioiosa e sfavillante per tutta l'umanità. Dopo quei discorsi, Betsabea ammirava le pietre preziose con uno sguardo diverso, vedeva i suoi occhi rispecchiarsi nella loro trasparenza e si sentiva bella come un gioiello..."

Dio è il principio e l'artefice della bellezza.
Nella bellezza delle creature si può contemplare il loro autore.

Da: Betsabea la bellissima, di Antonella Anghinoni, Paoline

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La storia di Betsabea è raccontata con grande abilità narrativa e con il supporto di illustrazioni di grande fascino; i temi di questa pagina sono quelli del peccato che rompe gli equilibri e del perdono che rinnova la vita.

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