«Come un solo uomo» intorno alla Parola

Spunti biblici per una Chiesa sinodale /3

Tornato in patria dall’esilio babilonese, il popolo di Dio deve risolvere le difficoltà dell’inserimento nella terra d’origine. In particolare deve superare le tensioni che si erano verificate tra i ritornati in patria e quelli che vi erano rimasti e ridare nuove radici alla sua identità di popolo. Il libro di Neemia offre un esempio singolare di atteggiamento sinodale in vista di questa ricostruzione religiosa e socio/politica. Tutto il popolo, afferma il testo, radunato «come un solo uomo», ritrova nella Parola ascoltata la “Carta costituzionale” che fonda la sua nuova identità e traccia il suo cammino.

Non è facile stabilire storicamente come sia avvenuto il rientro dall’esilio ma è certo che i libri di Esdra e Neemia, i due personaggi chiave della ricostruzione, benché presentino aspetti problematici nella loro ricostruzione storica, sono essenziali per capire come il popolo di Dio in un momento difficile della sua esistenza sia riuscito a ricostruirsi e a non scomparire dalla storia. Il capitolo ottavo del libro di Neemia, che presenta la lettura pubblica della Torah, permette di capire l’importanza e le dinamiche di questa ricostruzione. Rispetto alla lettura della Torah compiuta da Giosuè a Sichem e da Giosia in occasione del ritrovamento della legge nel Tempio, la riforma di Neemia ha caratteristiche nuove e diverse. Il clima della convocazione è liturgico: viene indicato il giorno preciso del raduno, il luogo, il radunarsi del popolo, la processione, la lettura pubblica del testo, l’ascolto attento, la piattaforma sulla quale si trova Esdra, la presenza di alcuni collaboratori designati, l’apertura del libro, l’alzarsi in piedi del popolo, la benedizione di Dio da parte di Esdra, la risposta del popolo, l’alzare le mani da parte dei presenti, la prostrazione con la faccia a terra, l’insegnamento con traduzione del testo nella lingua parlata, i frutti dell’ascolto.

LEGGI Neemia 8,1-18

Una novità che sorprende è la funzione del popolo che si pone come protagonista di questa azione assembleare, quasi da poter dire che la ricostruzione nasce “dal basso” e coinvolge le istituzioni. Il capitolo si apre notificando che «tutto il popolo» di Israele, riattualizzando il comando di Mosè (cfr. Dt 31,10-13) radunato «come un solo uomo» (Ne 8,1)), si ritrova nella piazza dinanzi alla porta delle Acque (cfr. Ne 8,1-12). Il termine «popolo» in dodici versetti ricorre 12 volte e due volte indica l’assemblea di «uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere». La stessa iniziativa di trovarsi intorno alla Torah è decisa dal popolo che avendo «fame della Parola» ne fa richiesta a Esdra al quale chiede «di portare il libro della legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele» (cfr. 8,1-2). Esdra è chiamato «scriba», quando prende in mano la Torah, e quando la porta in processione è chiamato «sacerdote». Questo fatto ricorda, il “sacerdote” Chelkia (2 Re 22,8) che consegna il libro appena scoperto nel Tempio allo “scriba” Safan per leggerlo. Le due funzioni e le azioni ad essa associate sono ora unite nella persona di Esdra. In questa duplice veste, invitato dal popolo, «porta» il rotolo della Torah di Mosè davanti al popolo (Ne 8,2), e la «legge» dal mattino a mezzogiorno (Ne 8,3), stando su una tribuna, che era stata costruita appositamente da membri del popolo, con accanto tredici collaboratori posti alla sua sinistra e alla sua destra. Il ritrovarsi «sulla piazza davanti alla porta delle Acque» (Ne 8,1) sembra voler significare «la superiorità della Torah rispetto al Tempio» (v. 1). La Torah viene portata in processione. L’assemblea ascolta in piedi per ore e ore, con cuore aperto, pronto ad obbedire. Quindi alla benedizione di Dio impartitagli da Esdra risponde «Amen» che significa «è così, è sicuro».
La certezza di fede in Dio suscita la decisione di fidarsi. La comprensione della Torah è favorita dai collaboratori, che come moderni catechisti aiutano il popolo a capire nella lingua parlata le parole ascoltate in ebraico e il loro significato. I verbi che caratterizzano il coinvolgimento assembleare sono: «leggere», «spiegare», «dare senso» da parte di chi presiede; e «alzarsi», «rispondere», «prostrarsi» da parte del popolo. L’ascolto attento suscita la conversione del cuore, suscita commozione profonda e si trasforma in carità concreta che si fa attenzione ai bisogni del prossimo. La Parola, giungendo alle orecchie giunge al cuore, fa esplodere nei convenuti atteggiamenti di gioia e condivisione. Al popolo commosso «Neemia disse: "Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza". […] I leviti calmavano tutto il popolo dicendo: "Tacete, perché questo giorno è santo; non vi rattristate!"» (cfr. vv.10-11). Il Signore è il primo a gioire di fronte ad un popolo che si converte a Lui e si fa carico della comunità. «Tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni e a esultare con grande gioia, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate» (v. 12).

La Parola proclamata, ascoltata, compresa e accolta nel cuore suscita persone che la mettono in pratica e nello stesso tempo procura gioia e fraternità. Le caratteristiche della sinodalità sono evidenti nella comunione: «come un solo uomo»; partecipazione: ascolto attento, conversione del cuore, assenso di fede, gioia che si fa festa; missione: il farsi carico dei poveri. I capitoli seguenti (9-10) narrano l’impegno che i capi famiglia si assumono per essere la comunità che, fondata sulla Parola della fede, vive solidamente la propria identità in un tempo difficile.

Per riflettere e approfondire

  1. Alla luce dell’espressione: «Tutto il popolo era come un solo uomo» che cosa fare perché nelle nostre comunità si cerchi insieme ciò che vuole il Signore per il bene di tutti?
  2. Ci ricordiamo che «L’ascolto della Parola e l’ascolto della vita sono il medesimo ascolto, perché il Signore si lascia incontrare nella vita ordinaria e nell’esistenza di ciascuno, ed è lì che chiede di essere riconosciuto»? (Sintesi nazionale della fase diocesana del Sinodo 2021-2023)
  3. Che cosa fare perché la parola di Dio raggiunga il cuore delle persone per divenire sempre di più costruttori gioiosi di comunione e fraternità?


»»» Scopri le altre tappe del percorso Spunti biblici per una Chiesa sinodale


Condividi

come-un-solo-uomo-intorno-alla-parola.html

Articoli correlati

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato su iniziative e novità editoriali
Figlie di San Paolo © 2024 All Rights Reserved.
Powered by NOVA OPERA