Il giardino di Eden

Simboli biblici

Dal giardino primordiale, dove scorrono quattro fiumi, al giardino di Pasqua dove Maria di Magdala incontra il Risorto, il tema di un luogo di delizie, creato da Dio per l'umanità, percorre molti libri biblici.

Il giardino nella Bibbia appare per, la prima volta, in Gen 2,8 quando «Adonai/Jhwh pianta un giardino in Eden, a oriente». La formula 'giardino in Eden' si ritrova scritta anche come 'giardino di Eden' o solamente Eden. Il luogo dove Dio pone l'uomo e la donna, che aveva plasmato, è il giardino (gan) delle delizie (Eden) ricco di acqua, simbolo di vita e di fecondità.

Il giardino delle delizie viene, poi, affidato alle cure dell'essere umano: «Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (2,15b). Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il numero quattro richiama i punti cardinali e indica che tutta l'acqua del mondo proviene dal giardino delle delizie, cioè, da Dio che l'ha creato per l'umanità, perché potesse vivere in armonia. Il testo identifica i quattro fiumi nel Pison, Ghicon, Tigri ed l'Eufrate. Gli ultimi due sono conosciuti nella Bibbia, perché fiumi della Mesopotamia. E' impossibile identificare ulteriormente i primi due. Del fiume Ghicon si può dire che corrisponde alla sorgente che porta acqua a Gerusalemme costruita dal re Ezechia (cfr. 2Cr 32,30). Di fatto, il racconto della creazione scritto in epoca esilica, afferma che l'Eden, o giardino delle delizie donato da Dio all'umanità, in tempo di esilio è sorgente di speranza di un luogo dove vivere in piena comunione con Dio e con i membri del suo popolo.

Il giardino dell'Eden è evocato dal profeta Ezechiele, che lo descrive secondo la concezione mesopotamica del giardino divino, concepito come una dimora di luce, colma di pietre preziose (Ez 28,13; 31,8). Il giardino dell'Eden è presente nel Cantico dei Cantici, il libro biblico che canta, in modo lirico, l'amore fedele e duraturo che resiste alla morte. L'incontro tra i due innamorati che continuamente, pure in mezzo a difficoltà, si cercano e si trovano per giurarsi amore eterno avviene nel giardino, ricco dei suoni, dei colori, dei profumi che cantano la bellezza della vita e dell'amore. «Dov'è andato il tuo diletto, o bella fra le donne? Il mio diletto era sceso nel suo giardino» (cfr. Ct 6,1-2).

Infine, nel giardino, il Vangelo di Giovanni, colloca il mistero pasquale di Gesù. Il richiamo al giardino della Genesi e al Cantico dei Cantici è sostanziale. L'arresto di Gesù avviene in un giardino e in un giardino verrà pure sepolto (cfr. Gv 18,1; 19.41). In questo giardino Maria di Magdala, il giorno dopo il sabato, sfidando il buio e la derisione, come l'innamorata del Cantico dei Cantici, cerca il suo amato finché non lo trova. Maria, simbolo della comunità/sposa, capisce che l'amore per l'amato richiede l'accoglienza del mistero pasquale, che è amore che vince la morte. Nella Pasqua di Gesù si realizza così l'Eden desiderato, perché da questo evento inizia la nuova creazione e la nuova umanità dei risorti.

Da sapere

L'espressione 'paradiso terrestre' con la quale, nel linguaggio comune, ci si riferisce a Gen 2,8 non traduce il significato dell'espressione ebraica 'giardino dell'Eden'. L'ebraico gan (giardino) ed Eden (delizie) è sostituito con il termine di origine persiana che 'giardino reale' che in greco è 'paradeisos'. I traduttori della Bibbia dei LXX al termine paradiso hanno aggiunto il termine 'terrestre', che ha niente a che fare con la presentazione biblica dell'Eden e con il suo messaggio.

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