Il lino

Simboli biblici

Il primo riferimento al lino nella Bibbia compare nella storia di Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, quando liberato dalla prigione, il faraone lo investe di autorità e oltre al suo anello, «lo rivestì di abiti di lino finissimo e gli pose al collo un monile d'oro» (Gen 41,41-42).

Nell'antico Egitto solo il faraone e il sacerdote, massime autorità, vestivano il lino. Nel libro del Levitico sono vestiti di lino i sacerdoti: «Il sacerdote, indossata la tunica di lino e vestiti i calzoni di lino sul corpo (cfr. Lv 6,3; 16,4)». Il lino di colore bianco candido, nella Bibbia indica il ceto sacerdotale e allude alla purezza, alla luce, alla gloria. Rispetto agli altri filati, allora conosciuti, eccelle per la sua resistenza. Questa caratteristica lo faceva ritenere adatto per essere un indumento sacrale. I paramenti sacerdotali descritti dal profeta Ezechiele evocano questo requisito inalterabile: «Quando entreranno nelle porte del cortile interno indosseranno abiti di lino, non vi sarà sul loro corpo lana, mentre essi faranno il loro servizio nelle porte del cortile interno e nel tempio. Avranno sulle loro teste mitre di lino e pantaloni di lino cingeranno i loro lombi e non si cingeranno con materia che fa sudare» (47,17).

Il lino, a volte, nella Bibbia è usato come sinonimo di bisso che è una speciale seta marina. Non sempre, per questo, è facile capire a quale dei due elementi i testi biblici si riferiscono. Per la costruzione del tabernacolo e la confezione dei paramenti sacerdotali si parla di bisso, ma dalle misure indicate: «la lunghezza d'un telo sia di ventotto cubiti, e la larghezza di quattro cubiti» si comprende che si tratta di lino (Es 26,11-2; 39,2.24). I tendaggi, fatti di lino, che costituiscono la dimora del Signore erano di «lino filato, lino ritorto» (cfr. Es 26-28; 36; 39). In corrispondenza al tendaggio della Dimora, anche i sacerdoti vestiti con indumenti di lino esprimevano sintonia con la santità di Dio.

I profeti Ezechiele e Daniele descrivono l'abbigliamento splendido degli eserciti celesti con vesti di lino (Ez 9,2-3.11; 10,2.6-7; 40,17; Dn 10,5-7). Il lino, come simbolo di splendore, ricorre nell'Apocalisse. Sono vestiti di lino puro i sette angeli che hanno i sette flagelli (cfr.15,5-6). Le loro vesti sono come quelli sacerdotali descritte nel libro del Levitico (Lv 16,4.23.32) usate il rito del Kippur (espiazione). La città è vestita di lino (18,6) e alla sposa, che indica la Chiesa «fu data una veste di lino puro e splendente» (19,8). Si precisa poi che: «La veste di lino sono le opere dei santi». Le opere giuste rappresentano l'abito nuziale di lino bianco (cfr. Mt 22,11-12). L'esercito del Messia indossa «lino bianco» e «gli eserciti del cielo lo seguono con cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro» (Ap 19,11-14).

Da sapere

La città di Babilonia, simbolo del male personificato, è vestita, più che di lino, di bisso, per indicare lo sfarzo della potenza e della ricchezza corrotta, che il Signore distruggerà: «Guai, guai, la grande città tutta ammantata di lino (bisso) puro, di porpora e di scarlatto adorna d'oro di pietre preziose e perle» (18,16).


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