Il passero nella Bibbia, insieme alla piccolezza che lo caratterizza, richiama la fragilità e l'incapacità a difendersi dai nemici che lo catturano e, nello stesso tempo, ricorda Dio che si prende cura della sua vita.
Essendo considerato di poco valore economico, il passero era la carne dei poveri e, per tale motivo, i cacciatori che lo predavano lo vendevano nei mercati. Per queste caratteristiche, il passero diviene metafora del giusto perseguitato che cerca salvezza nel suo Signore: «Mi hanno dato la caccia come a un passero coloro che mi odiano senza ragione» (Lm 3,52), ma il laccio dei cacciatori si spezza: «Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati» (Sal 124,7). La maledizione senza motivo rivolta al giusto non lo raggiunge e, anzi essa, come lo svolazzare del passero, gira a vuoto intorno a se stessa: «Come passero che svolazza, come rondine che volteggia, così una maledizione immotivata non ha effetto» (Pro 26,2).
Il passero, a differenza di altri uccelli, non ama vivere nei boschi, ma si costruisce il suo nido /casa nelle fessure delle mura domestiche, rendendosi familiare, e cinguetta di gioia avendovi trovato riparo dal pericolo. Il salmista nella sua preghiera evoca così l'immagine del passero sul tetto della casa: «Resto a vegliare sono come un passero solitario sopra il tetto» (Sal 102,8).
L'unica arma di difesa di questo piccolo volatile è la prontezza e l'agilità del volo. Il credente, però, al contrario del passero che nel pericolo fugge, cerca la sua sicurezza in Dio: «Nel Signore mi sono rifugiato. Come potete dirmi: "Fuggi come un passero verso il monte"»? (Sal 11,1).
Il volo del passero è, comunque, metafora del pellegrino che cerca Dio e cammina fin tanto che non trova sicurezza soltanto nel Signore. Giunto al Tempio, dopo un lungo viaggio, nel vedere il nido delle rondini e del passero nelle sacre mura, come essi vorrebbe stabilire la sua dimora nel Tempio, per non più staccarsi dal suo Signore: «Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio» (Sal 84,4).
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Questo "libro di canti di lode", come lo chiama la tradizione giudaica, contiene una lunga serie di suppliche individuali e collettive, cioè una lunga lode al Signore nel cuore della "notte".