Il serpente

Simboli biblici

Il serpente, nelle prime pagine della Bibbia, è descritto come un animale astuto, simbolo del male che perverte la ragione e fa dubitare della bontà di Dio (Gn 3,1- 5).

Il serpente è simbolo della perversione razionale che illude di poter competere con Dio, di giudicarne le azioni e di assurgere a divinità. Il suo potere malefico seduce e avvelena la capacità umana di pensare, con un raziocinio perverso, scaltro, che giungendo in maniera subdola, quasi improvvisa, viene mostrato come vero. Questa seduzione in Eva suscita il dubbio circa la bontà di Dio e la provoca a trasgredire il comando/patto con il Dio amico che ama e vuole la vita.

Il serpente nella Bibbia ha anche altre valenze simboliche, derivanti delle antiche culture orientali le quali dinanzi a questo animale provavano il sentimento di fascino e di paura che appartengono al sacro. Il fatto che il serpente cambi pelle e ne rigeneri una nuova lo rendeva simbolo dell'immortalità, della fertilità e, per la sua circospezione, di sapienza. Astarte moglie del dio Baal, nella Bibbia ricordata come Regina del cielo (Ger 7,18; 44, 18-19), in alcune immagini, era raffigurata con un serpente. L'autore biblico mette in guardia dai culti idolatrici dei popoli Cananei. L'idolo costituiva era una grande seduzione e un serio pericolo di idolatria. Il re Ezechia (VIII a.c.) distrusse una statua che rappresentava un serpente, che era posta nel cortile del Tempio e si riteneva fosse l'oggetto costruito da Mosè per guarire gli Israeliti che erano stati morsi da serpenti di fuoco (2 Re 18,4 ). Vi erano, certamente, in quella cultura usi magici guaritivi pagani, ma il serpente di bronzo che Dio fece costruire a Mosè (Num 21, 4-9) aveva lo scopo di salvare il popolo dai morsi velenosi dei serpenti. Appeso sull'asta ricordava il seduttore per eccellenza che condusse Eva a ribellarsi a Dio, introducendo la morte. Lo sguardo verso il serpente rivelava al peccatore la natura ingannatrice del peccato e spingeva a chiederne la liberazione e ad ottenere misericordia.

Il libro della Sapienza afferma che la collera del Signore contro il suo popolo, non durò sino alla fine e «neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero, poiché intervenne la tua misericordia a guarirli» (cfr. Sal 16,5-7). Il vangelo di Giovanni spiega che la misericordia, di fatto, giunge attraverso Gesù che, innalzato sulla croce, rivela la vittoria sul peccato e la riconciliazione con Dio (Gv 3,14-15).

Giovanni Battista e Gesù definiscono serpenti e razza di vipere le persone ipocrite che ingannano i più semplici e le allontano dal Signore (Mt 3,7; 23,13.33 ). Il serpente è indicato come esempio di accortezza: Gesù raccomanda di essere prudenti o accorti come i serpenti (cfr. Mt 10,16).

Da sapere

  • Nella Bibbia la figura del serpente da animale simbolo di perversità, immortalità, fecondità, sapienza diventerà forza perversa, personificata, ostile a Dio e sarà chiamato "Satana", cioè avversario, e "diavolo", cioè divisore: «per invidia del Diavolo la morte è entrata nel mondo» (Sap 2,24); e l'Apocalisse lo definisce « il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana» (Ap 12,9; 20,2).
  • Gli Atti degli Apostoli (28,3- 6) ricordano Paolo che, morso da una vipera, sopravvive agli effetti del suo veleno suscitando lo stupore e la conversione del popolo maltese.

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