L’agricoltore

Simboli biblici

La Bibbia è ricca di immagini del mondo agricolo e la figura dell'agricoltore emerge fin dalle prime pagine. Quando «non c'era uomo che lavorasse il suolo», Dio lo crea e poi pianta un giardino «perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gen 2,15).

I verbi "coltivare" o "lavorare" e "custodire", nella Bibbia hanno un significato religioso. Il primo è collegato al servizio liturgico che richiede rispetto e attenzione; il secondo all'osservanza amorosa dei comandamenti richiesti dall'Alleanza per vivere in armonia con Dio (cfr. Nm 3,7-8; 18,6-7;Dt 13,5; Gs 22,5; 24,14- 24; Ml 3,14). Coltivando la terra con rispetto e custodendola gelosamente, l'agricoltore compie un atto di culto a Dio che riconosce come donatore di tutto e del quale, con il proprio lavoro, continua l'opera di creazione. Solo dopo il peccato commesso per la bramosia di possedere tutto (Gen 3,1-6) che spezza il rapporto di fiducia con Dio, il lavoro diviene faticoso: «maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita» (Gen 3,17). Che il lavoro agricolo sia faticoso lo affermano i sapienti della Bibbia: «Non disprezzare il lavoro faticoso, in particolare l'agricoltura che Dio ha istituito» (Sir 7, 15). Il primo agricoltore è Caino, "lavoratore del suolo" e "costruttore di città" (Gen 4, 2.17). L'agricoltura si pratica dopo il diluvio: «Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna» (Gen 9,20). La terra promessa è il dono gratuito di Dio che richiede di essere lavorata e coltivata nella fedeltà all'alleanza e nella solidarietà (Dt 11,8-17). L' immagine dell'agricoltore che lavora la terra, con fatica e speranza, come uno sprazzo di luce, fa capire che Dio nel prendersi cura del suo popolo, si comporta come il saggio e paziente agricoltore che ara il terreno, lo recinta, lo semina, ne attende con pazienza i frutti (cfr. Is 4,2). Per il suo popolo pianta nel deserto il cedro, l'acacia, il mirto, l'ulivo trasformando un luogo arido in un giardino irrigato (Is 41,19). Il comportamento dell'agricoltore verso la terra e la cura verso il raccolto è il consiglio che Dio stesso presenta al suo popolo per vivere con saggezza (Is 28, 24-29).

Nel Nuovo Testamento le immagini agricole sono al centro della predicazione di Gesù che paragona il Padre all'agricoltore che custodisce, perfeziona, fa fruttificare la nostra vita con la tenacia e laboriosità del contadino. Come l'agricoltore pota la vite, perché produca uva buona e abbondante, così il Padre, per farci vivere in pienezza, pota la nostra vita dagli elementi che ne bloccano la crescita (Gv 15, 1). Se in mezzo al campo insieme al grano cresce la zizzania, il Padre, agricoltore accorto, la lascia crescere per non sradicare con essa il grano. Attende il tempo della mietitura per dividerla dal grano e bruciarla (Mt 13,36-43).
La metafora agricola descrive pure la missione apostolica che va compiuta con la generosità del seminatore che sparge i semi nel terreno, comunque esso sia, senza calcolare i frutti in anticipo (Mt 13, 1-23; Lc 8,5-8; Mc 4,1-12). Secondo san Paolo, il missionario è come l'agricoltore che pianta e irriga e aspetta che arrivi la crescita, anche senza il suo intervento, perché chi fa crescere è il Signore (2 Cor 3,6-8).

 

Da sapere

  • L'agricoltore che aspetta il frutto della terra, coltivata con tanta fatica, è icona e simbolo dei cristiani che aspettano la venuta del Signore, senza perdere la speranza: «Guardate l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina» (cfr. Gc 5,7-8).

 

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