La cenere

Simboli biblici

La cenere nella Bibbia, unita alla polvere, indica la fragilità umana (Gen 18, 27; Gb 30,19; Sir 17,32) ma, diversamente dalla polvere, che precede l’esistenza (cfr. Gn 2,7), essendo la cenere l’ultimo stadio di ciò che rimane della combustione, è anche simbolo di fugacità e morte, cioè di un passato che non ritorna più (Nm 19,7; 2 Mac 13,8; Sap 2,3); di un’esperienza drammatica che anticipa la morte (cfr. Gb 30,19); di parole insensate che feriscono a morte (Gb 13,12), di disonore (Ez 28,18), di lutto (Ger 6,26; Ez 27,30).

Il libro di Ester ricorda che Mardocheo, dinanzi alla notizia della distruzione del popolo «Si stracciò le vesti, si coprì di un sacco, si cosparse di cenere, e uscì per la città, mandando alte e amare grida» (Ester 4,1). Il legame della cenere con il fuoco che la produce, la rendono simbolo di purificazione dal male. Da qui il significato della cenere come pentimento da parte di colui che riconoscendo il proprio agire malvagio, decide di cambiare vita, accettando di essere purificato. Come avvenne a Ninive i cui abitanti, avendo accolto l’invito di Giona, si convertono e il loro re, pentito del male commesso, «si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere» (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita il popolo, angosciato dalle minacce distruttive del generale Oloferne, a chiedere intensamente aiuto al Signore facendo penitenza per le proprie infedeltà all’Alleanza: «Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore» (Gdt 4,11). I profeti avvertono che la cenere con cui ci si cosparge il capo o sulla quale ci si siede o si usa come letto non è gradita a Dio se non esprime la conversione del cuore come desiderio di compiere la sua volontà e di vivere l’amore fraterno e solidale (cfr. Is 58,5).
Nel Nuovo Testamento, Gesù ai suoi concittadini ostili alle sue parole, ricorda che se i pagani avessero visto ciò che loro hanno visto avrebbero fatto penitenza e cambiato vita: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite» (Lc 10,13; cfr. Mt 11,21).

Da sapere

Il Tempo di Quaresima nella liturgia cattolica inizia, appunto, con il Mercoledì delle Ceneri e, durante tale liturgia, sul capo dei partecipanti vengono poste delle ceneri, prodotte dalla combustione dell’ulivo benedetto della Domenica delle Palme dell’anno precedente. Ricevendo le Ceneri il credente ricorda la caducità della vita terrena e prende coscienza che il suo peccato, causa di vergogna, disonore e morte, grazie al suo pentimento, viene bruciato dal fuoco dell’amore di Dio. Forte di questa certezza, accetta di incamminarsi, con cuore penitente, verso il mistero pasquale che libera dal peccato, trasformando il lutto in danza, la morte in vita.

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