La cintura

Simboli biblici

La cintura nella Bibbia è simbolo di appartenenza esclusiva e vincolante, prontezza, possibilità di movimento, ornamento sponsale, di onore inerente a ruoli speciali, come per i sacerdoti (cfr. Es 28,4.8) e i re (Gb 12,18).

Poteva essere di cuoio (1Rem 1,8), di lino (Lev 16,4; Ger 13,1), ricamata (Es 28,39), d'oro (Es 39,5; Ap 1,13; cfr. Dan 10,5). Sciogliere con prepotenza la cintura a una vergine, cioè denudarla, indica abuso, umiliazione, violenza (Gd 9,2).

Il profeta Geremia con il simbolo della cintura - vocabolo presente sette volte nel solo capitolo 13 - mostra l'appartenenza esclusiva tra Dio e il suo popolo distrutta dall'infedeltà al patto di alleanza: «"Va' a comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza immergerla nell'acqua". Io comprai la cintura, secondo il comando del Signore, e me la misi ai fianchi». L'acquisto della cintura e il cingersi con essa i fianchi descrivono l'alleanza tra Dio e il popolo che egli, traendolo fuori dall'Egitto, l'ha come acquistato, facendolo sua esclusiva proprietà, a condizione che vivesse nelle sue vie (cfr. Es 19,5; 26,18, Gs 22,5). Il profeta, dopo aver portato la cintura e averla consumata con il sudore, riceve l'ordine di interrarla nella fessura di una roccia. La cintura nascosta, destinata a marcire (Ger 13,4) fino a divenire inutilizzabile, indica la distruzione del legame unico del popolo con Dio a causa dell'idolatria, che aveva rotto la relazione con Lui, unica fonte di vita (Ger 13,7). Israele, infatti, avrebbe dovuto aderire al Signore come la cintura aderisce ai fianchi di chi la indossa (cfr. Dt 10,20; 11,22). Come la cintura orna la sposa così il popolo d'Israele è ornamento di Dio (cfr. Ger 2,32; Gdt 9,2).

La cintura, simbolo di legame privilegiato e vincolo che sorregge, descrive una delle qualità del Messia: «La fedeltà sarà cintura ai suoi fianchi» (Is 11,5) e la vita del credente, per il quale la cintura rappresenta una delle armi che lo difendono dagli attacchi nemici e lo rendono saldo nella fede: «State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia» (Ef 6,14).

La cintura che faceva aderire la tunica ai fianchi (cfr. Mt 3,4; Mc 1,6) serviva pure a fermare nei fianchi i lembi della lunga tunica, che arrivava alle caviglie, per rendere possibile il lavoro, il correre e il camminare velocemente. Da qui l'espressione biblica: "cingersi i fianchi" che significa "essere pronti per l'azione" che si sta per compiere. Per uscire agilmente dall'Egitto gli ebrei dovettero mettersi in cammino con "con i fianchi cinti" (Es 12,11).
L'apostolo Pietro esorta i cristiani a «cingere i lombi della mente» (1Pt 1,13) espressione simbolica che significa preparare la mente all'azione, mantenendola attenta, sveglia e vigilante.
Gesù esorta a essere «pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese» (Lc 12,35), a vivere, cioè, desti, con il cuore libero da inutili preoccupazioni.
La cintura esprime, pure, la disponibilità al dono della propria vita (Gv 21,18).

Da sapere

  • Nel libro dell'Apocalisse, Gesù risorto si mostra «cinto al petto con una fascia d'oro» (Ap 1,13). L'immagine riprende Dan 10,5 ma aggiunge una novità: la cintura al petto e non ai fianchi, indica la trascendenza e singolarità del sacerdozio regale di Cristo morto e risorto.

Per approfondire la Parola la redazione consiglia

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Le Confessioni di Geremia
Storia di una vocazione profetica

Il volume presenta undici meditazioni sulla vocazione e le Confessioni di Geremia. Ci è presentata una particolare figura fra i profeti dell'Antico Testamento, perché è l'unica in cui si può percepire un dissidio tra la chiamata di Dio e le aspettative personali del chiamato. Tale dissidio viene rivelato nelle Confessioni: cinque brani autobiografici disseminati tra i capitoli 11 e 20 del libro biblico. Detti brani, vengono qui situati nel loro contesto canonico e letti in modo prevalentemente sincronico, ma dando attenzione anche ai lati storici, concreti della figura del profeta.

 


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