La luna

Simboli biblici

Le culture popolari antiche, alla luna attribuiscono la fertilità dei campi e degli animali, insieme a un influsso magico nei riguardi della vita. Il patriarca Abramo proviene dalla regione di Ur, nella Mesopotamia meridionale, sacra al dio-luna cui erano dedicati grandi templi.

Nei libri biblici la luna il cui nome proprio, per la prima volta, appare nel sogno di Giuseppe (Gen 37,9), è citata 54 volte, con vari significati. È il luminare che Dio creò perché fosse «fonte di luce minore per governare la notte» (cfr. Gen 1,16). Il suo nome come quello del sole coincide con la funzione di fare luce (Gen 1, 15.17). La luna è creatura di Dio (Sal 8; 74), insieme al sole segna i tempi, le ore e le stagioni: «Hai fatto la luna per segnare i tempi e il sole che sa l'ora del tramonto» (Sal 104, 19). La luna e il sole non possono essere ritenute divinità perché sono creature sottomesse a Dio (Gs 10, 12-13) che lo lodano: «lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle» (Sal 148,3). A differenza del sole, simbolo di risurrezione e trascendenza, la luna è descritta nella sua realtà di astro che segna i tempi: anno, mese e giorno con l'alternarsi delle stagioni (cfr. Gen 1,14.16; Sir 43,7-8). Da questa funzione proviene il calendario biblico dove ogni mese corrisponde a una luna nuova (Is 66,23). Il novilunio segna le festività volute da Dio (Nm 10,10). La Pesach (Pasqua) era celebrata il quattordicesimo giorno del mese di nissàn, durante la luna piena di marzo-aprile.
Sole e luna possono provocare effetti dannosi: il sole, le insolazioni (cfr. Gdt 8,3) e la luna l'azione dei malvagi i quali favoriti della sua luce agiscono di notte (Gb 24,15-16; 38,13). Dio soltanto nel cammino della vita protegge dai raggi del sole e dalle influenze negative della luna: «Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte» (Sal 121/120,8). Il libro del Siracide paragona la persona stolta alla luna: «lo stolto muta come la luna» (Sir 27,11). Al mutare della luna la cui luce può cambiare dal bianco al rosso o al nero sono collegati gli sconvolgimenti cosmici (cfr. Gl 3,4; Ap 6,12; Mt 24,29; Mc 13,24; At 2,20). Nel libro dell'Apocalisse la luna assume un significato simbolico nei confronti della donna, simbolo della Gerusalemme nuova che appare nel cielo con «la luna sotto i suoi piedi». L'immagine dei piedi posti sopra qualcuno significa possederne il pieno dominio. La luna che scandisce i tempi non ha un potere eterno sulla storia ma è sottomessa alla donna, cioè, al popolo di Dio che vive le vicende della storia senza farsi soggiogare. Il popolo di Dio, rappresentato dalla donna, non ignora il tempo umano ma supera le sfide che esso produce perché vive nella fedeltà al suo Signore, gli appartiene in modo esclusivo. Nella Gerusalemme celeste, dove la donna - sposa dell'Agnello - riceverà la gloria del Signore, la luna scomparirà del tutto (Ap 21,23) perché il tempo cronologico cederà il posto all'eternità.

 

Da sapere

  • Nella donna con la luna sotto i suoi piedi, l'iconografia mariana ritrae l'Immacolata: «la "donna" dell'Apocalisse è Maria stessa. Ella appare "vestita di sole", cioè vestita di Dio: la Vergine Maria infatti è tutta circondata dalla luce di Dio e vive in Dio... Questa donna tiene sotto i suoi piedi la luna, simbolo della morte e della mortalità. Maria, infatti, è pienamente associata alla vittoria di Gesù Cristo, suo Figlio, sul peccato e sulla morte; è libera da qualsiasi ombra di morte e totalmente ricolma di vita» (Benedetto XVI, Solennità dell'Immacolata 2011).

 

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