Il falciare è simbolo del recidere e stroncare mentre il raccolto è simbolo positivo di premio dopo lunghe e attente fatiche. Il simbolo della mietitura come sterminio è usato dai profeti per annunciare il giudizio di Dio che distrugge la malvagità giunta oltre ogni misura: «Date mano alla falce, perché la messe è matura; venite, pigiate, perché il torchio è pieno e i tini traboccano, poiché grande è la loro malvagità!» (Gio 4,13-14) e castiga Babilonia che ha deportato il popolo: «ancora un poco e verrà per essa il tempo della mietitura» (cfr. Ger 51,33). Perché il raccolto sia abbondante occorre la pioggia che Dio dona ma che può anche rifiutare a causa dell’infedeltà all’Alleanza: «Vi ho pure rifiutato la pioggia tre mesi prima della mietitura, facevo piovere sopra una città e non sopra l'altra; un campo era bagnato di pioggia, mentre l'altro, su cui non pioveva, seccava» (Am 4,7). I libri sapienziali usano la mietitura come simbolo del lavoro assiduo e costante della persona saggia: «Chi raccoglie d'estate è previdente e chi dorme al tempo della mietitura è uno svergognato» (Prv 10,5); «Il pigro non ara d'autunno: alla mietitura cerca, ma non trova nulla» (Prv 20,4).
Nel Nuovo Testamento, Giovanni Battista interpreta la venuta del Messia come una mietitura che falcerà i malvagi (cfr. Mt 3,12). Gesù, invece, usa il simbolo della mietitura per indicare il tempo positivo del compimento e della raccolta: i samaritani ritenuti eretici, al contrario dei suoi concittadini, sono, positivamente, pronti (maturi!) ad accogliere il suo messaggio. I samaritani hanno compreso che in Lui il tempo della salvezza è arrivato: «Voi non dite forse: "Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura"? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura» (Gv 4,35). Gesù paragona la mietitura alla fine dei tempi quando ci sarà la separazione dei giusti paragonati al buon grano e dei malvagi paragonati alla zizzania: «La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo» (cfr. Mt 13,39- 40).