«Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere e dalla terra fu creato Adamo» (Sir 33,10). A differenza degli altri esseri viventi, il narratore afferma, però, che l’essere umano divenne essere vivente grazie al “soffio di vita” che Dio gli infuse. La polvere del suolo lo rende vicino agli animali, l’alito di vita lo avvicina a Dio cui deve la sua esistenza: «Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere» (Sa 104,29). Polvere e soffio di Dio rendono la persona umana fragile e nello stesso tempo potente. Se la persona umana decide, però, di vivere senza Dio ritornerà ad essere polvere (cfr. Gen 3,19). La polvere è il cibo destinato al serpente tentatore che nel testo biblico rappresenta il simbolo delle forze del male, dell’occulto, di ciò che è tenebra (Gb 3,8). «Mangiare la polvere» è segno di abbattimento del nemico e di distruzione delle forze oscure (cfr. Sal 72,9; Is 49,23; Mic 7,17). La polvere nella cui realtà la persona umana dopo la sua morte ritorna (Gen 3,19: Gb 20,21; Sal 90,3) fa paura (Gb 7,21) e il fedele domanda a Dio di liberarlo, alludendo, forse, alla risurrezione: «Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà?» (Sal 30, 10b; cfr. Sal 16,10; 2 Mac 7,14). La polvere è paradossalmente, simbolo positivo di apertura a Dio, di abbondanza e, al pari delle stelle, simbolo di durata. La polvere, infatti, non si può contare (Gdt 2,20) e se viene calpestata rimane. Dio ad Abramo promette una discendenza numerosa come la polvere della terra: «Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti» (Gen 13,16, cfr. Sir 44,21); e come le stelle del cielo: «“Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle" e soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza"» (Gen 15,5). La discendenza numerosa è rinnovata anche per Giacobbe (cfr. Nm 23,10). La polvere è simbolo di benedizione della persona umile che si fida di Dio. Abramo si presenta dinanzi a Dio, con fierezza e fiducia, pur sapendo di essere polvere e cenere: «Abramo riprese e disse: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere”» (Gen 18,27). “Polvere” e “cenere” sono titoli di “nobiltà” che danno ad Abramo il coraggio di osare. La polvere è simbolo di pentimento: «Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere" (Gb 42, 6). In quanto simbolo di pentimento, si pone sul capo (Gs 7,6; 1 Sam 4,12; 2 Sam 1,2; 2 Mac 10,25). L’uomo / polvere fedele a Dio è sollevato in alto, verso di Lui: «Solleva dalla polvere il debole, dall'immondizia rialza il povero (Sal 113,7; 1Sam 2,8; 1Sam 16,2). Ridurre in polvere, infine, significa disperdere definitivamente (2 Re 23,15).