Lettera ai Galati

La lettera chiarisce l'identità della fede cristiana, la centralità di Gesù e l'identità della libertà cristiana che emerge dal rapporto tra pratica della legge e fede cristiana che rende "figli di Dio" liberi e responsabili. Nell'introduzione è narrata l' autobiografica della conversione di Paolo.

Paolo indirizza questa lettera "alle chiese della Galazia" (1,21), vale a dire, non a una singola comunità, ma a diverse comunità situate in questa regione. La Galazia antica, che corrisponde all'attuale Turchia, comprendeva, infatti, varie regioni: la Galazia del Nord, la Galazia del Sud e altre regioni meridionali quali la Psidia, Licaonia e Panfilia. E' difficile, per questo, precisare in quale parte della Galazia risiedessero le comunità fondate da Paolo e alle quali invia questa lettera. Il fatto che Paolo parli in genere di Galazia, fa concludere che l'apostolo attraversò il cuore del paese e non solo la parte meridionale dove si era già recato durante il primo viaggio. Dai ricordi dell'apostolo sappiamo che l'evangelizzazione avvenne in modo inatteso e fuori programma. Egli stesso ricorda: "Sapete che durante una malattia del corpo vi annunciai il Vangelo la prima volta; quella che, nella mia carne, era per voi una prova, non l'avete disprezzata né respinta, ma mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù" (4,13-14).

L'evangelizzazione della terra galata avvenne, dunque, per volere di Dio che, a causa di una malattia, difficile da precisare, cambiò i piani di Paolo e permise che i cittadini galati vedessero, in Paolo malato, un angelo di Dio, e accolsero il Vangelo con gioia. Alla sua partenza, quando giunsero gli avversari dell'apostolo, i galati, con altrettanta facilità, credettero alle loro insinuazioni contro Paolo fino ad abbracciare la religiosità giudaica.

Paolo preoccupato e addolorato scrive per chiarire l'autenticità del suo annuncio, la centralità di Gesù, e l'identità della libertà cristiana. Questa lettera può essere considerata il documento che chiarisce l'identità della fede cristiana, l' amore di Paolo verso il Vangelo e il suo impegno pastorale per la crescita nella fede dei cristiani.

L'apostolo per aiutare i cristiani galati a ritornare a Gesù non teme di chiamarli 'stolti'. Essi non avevano riflettuto, per questo non avevano capito di essere caduti nell'inganno. Dopo averli ammoniti, con amore di padre e di madre, li chiama 'figli carissimi' per i quali è disposto a ricominciare l'evangelizzazione con dedizione materna. E in termini commossi conclude: "per voi sono disposto di nuovo a soffrire le doglie del parto finché Cristo si formi in voi" (Gal 4.19). In questo modo precisa che la fede cristiana non è adesione a una dottrina e osservanza esteriore di pratiche morali, ma trasformazione continua in Cristo fino alla morte. L'apostolo, missionario verso le comunità, è come il pastore che si prende cura dei cristiani e vive nei loro riguardi atteggiamenti educativi paterni e materni.

Più precisamente nella lettera ai Galati, dopo l'introduzione epistolare, che presenta la narrazione autobiografica della conversione di Paolo dalla religione giudaica all'adesione a Gesù (1,1-2,21), tratta il rapporto tra pratica della legge e fede cristiana che rende "figli di Dio" liberi e responsabili (3,1-4,31) e, infine, affronta il tema dell'etica cristiana (5,1-6-10) che è libertà dal proprio egoismo per essere a servizio gli uni verso gli altri, come Gesù ci ha amati.

Da sapere

• Questa è l'unica lettera che manca del ringraziamento iniziale. Il passaggio dei Galati dall'adesione a Gesù alle pratiche meritorie della legge è così grave che non poteva essere oggetto di ringraziamento ma di profondo dolore (cfr. 3,1).
• In questa lettera Paolo conduce una lettura dell'Antico Testamento alla luce di Gesù che realizza le promesse di Dio, portandole a compimento.
• Il brano compreso in Gal 2,16-20 è tra quelli che più profondamente testimonia la profonda esperienza di Cristo vissuta da Paolo e precisa che la fede cristiana è relazione profonda e personale con Gesù morto e risorto. La morale cristiana è la conseguenza logica di questa relazione.

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