Nella prima lettera ai Corinti l'apostolo Poalo trasmette alla comunità dei credenti la fede che egli stesso ha ricevuto e alla luce del Vangelo risponde ai loro quesiti su vari aspetti della vita cristiana.
Paolo fondò la comunità di Corinto nel corso del suo secondo viaggio missionario (50-52 d.C). Vi si recò dopo la dura esperienza vissuta ad Atene, dove venne deriso per l'annuncio che Gesù morto è risorto. A Corinto rimase circa un anno e mezzo tra notevoli difficoltà. E' il tempo nel quale questa città è governata dal proconsole romano Gallione, fratello del filosofo Seneca (51 d.C). Luca, autore degli Atti degli Apostoli, ricorda che Paolo, durante la notte, era incoraggiato dal Signore a non avere paura e a continuare la missione. Fra le lettere scritte da Paolo, quelle inviate alla comunità di Corinto, sono tra le più vivaci e dibattute. Il canone biblico contiene due lettere di Paolo ai Corinti. Di fatto Paolo ne ha scritte di più.
Ignoriamo, per esempio, la «lettera delle lacrime» (cfr. 2Cor 2,4), scritta da Paolo tra la prima e la seconda lettera ai Corinti e quella o quelle indirizzate dagli stessi Corinti a Paolo, come confermano i fugaci accenni di 1Cor 5,9 e 1Cor 7,1. La prima lettera mostra che la comunità è ricca di doni. L'apostolo ringrazia Dio (cfr. 1Cor 1,5-6) per questa ricchezza. Ma la comunità è lacerata da divisioni interne anche a causa di questi doni. Si va da una debole comprensione della fede cristiana, che fa vivere nel sincretismo religioso, a una vita morale discutibile. La città di Corinto, per la sua posizione geografica 'portuale', consentiva il passaggio di molte persone e l'ingresso di molte "religiosità"; era una città aperta, multiculturale e multireligiosa. Succedeva che ognuno si costruiva il proprio sistema religioso secondo le scelte personali e proposte religiose molte volte contraddittorie.
I temi della lettera mostrano la complessità della situazione. Paolo, con le risposte che dà, cerca di chiarire l'assurdità dei partiti nella comunità (1,10-4.21), nello stesso tempo invita la comunità a capire la croce di Gesù che orienta il cristiano ad andare controcorrente rispetto alla logica arrivista; mostra il suo sdegno contro comportamenti immorali (5,1-6,20); esprime la sua posizione in ordine al matrimonio e alla verginità (7,1-39); da' disposizioni circa la partecipazione delle donne alle assemblee, lo svolgimento della cena del Signore (11,1-34) e l'uso dei carismi e dei ministeri (12,1-14,40). Infine, afferma la nostra partecipazione alla risurrezione di Gesù (15,1-58).
In pratica questa lettera inizia con la proclamazione della sapienza della croce e termina annunciando la risurrezione. In questo modo Paolo indica che la comunità cristiana comprende se stessa alla luce del mistero pasquale di Gesù che vede permeare l'esistenza.
Il noto biblista Rinaldo Fabris presenta affinità e divergenze delle due lettere paoline. La comunità cristiana, cerca uno stile di vita coerente con la fede in Gesù Cristo (1Ts). Nella seconda ci si richiama al «giusto giudizio» di Dio, per sostenere la perseveranza dei cristiani (2Ts).
Le Lettere di Paolo si collocano a mezza strada tra le lettere familiari e quelle di carattere ufficiale. Egli scrive ai cristiani delle sue comunità con l'autorevolezza dell'apostolo fondatore, ma anche con il calore e l'affetto di un padre e amico...