In tanti mi dicono: «Mi piacerebbe molto leggere la Bibbia! Ma appena comincio, la percepisco subito come un corpo estraneo. Non vedo cosa potrebbe dire a me, oggi. Non saprei neppure bene da che parte cominciare.
Se parto dall'Antico Testamento, mi ritrovo di fronte a racconti di guerra, alle leggi incomprensibili date da Mosè al suo popolo, a oscure profezie. Qua e là balena qualche lampo di luce, ma proprio non ce la faccio a proseguire nella lettura di testi che non capisco. Se invece prendo il Nuovo Testamento, spesso non ho idea di come venga interpretato oggi. Ci sono così tante interpretazioni diverse, tra prediche, libri e internet! Non so che pesci pigliare». Con questo testo vorrei provare a rispondere a queste domande, indicando alcuni modi per leggere la Bibbia nel nostro oggi. [...]
Una volta che, cara lettrice o caro lettore, avrai deciso di comprarti una Bibbia, probabilmente ti troverai subito di fronte al problema di quale edizione scegliere. C'è la traduzione cattolica ufficiale, poi ci sono altre edizioni cattoliche, e anche le versioni di altre Chiese cristiane, o quelle proposte da editori laici.
La Chiesa cattolica include nell'Antico Testamento tutti i libri tramandati nella cosiddetta «Settanta». Il nome allude ai settanta studiosi ebrei che – si dice – anticamente tradussero la Bibbia ebraica in greco. Ed è appunto questa versione, perlopiù, che viene citata dagli autori del Nuovo Testamento. Le Chiese protestanti escludono invece dalle loro Bibbie i cosiddetti libri «deuterocanonici», testi che mancavano nella tradizione ebraica delle origini ed erano apparsi solo nella Settanta. Si tratta dei libri di Giuditta, Sapienza, Tobia, Siracide, Baruch, Maccabei. Lutero in realtà aveva tradotto in tedesco anche questi, tuttavia non li considerava parte integrante del «canone», cioè l'elenco dei libri sacri accettati dall'ebraismo prima, e dal cristianesimo poi.
Il canone biblico, nella storia della Chiesa, venne fissato nel periodo tra il II e il IV secolo: solo allora venne stabilito in modo definitivo quali testi appartenessero alla Bibbia e quali no. Infatti, nei primissimi secoli d.C. il Nuovo Testamento includeva anche altri libri oltre a quelli che troviamo oggi, ad esempio il Vangelo secondo Tommaso o il Vangelo di Pietro. Oggi li si cataloga come «apocrifi», ossia «non autentici». Parlano anch'essi della vita di Gesù, ma spesso con un'ottica di tipo gnostico, ed è per questo che la Chiesa alla fine non li ha accolti nel canone.
Questo spiega le differenze tra le diverse edizioni della Bibbia. Nel mondo protestante/evangelico si segue sostanzialmente il testo fissato da Lutero. Un capolavoro letterario, la Bibbia tedesca di Lutero, che nel corso dei secoli è stato comunque riadattato alle esigenze del mutare della lingua. Nel Nord Europa circola inoltre la Bibbia di Zwingli, il primo riformatore svizzero, pubblicata per la prima volta nel 1531, e in epoca recente modificata sulla base dei testi originali. In Italia la traduzione protestante «classica» è quella a cura di Giovanni Diodati, XVII secolo, con revisioni successive.
Nel campo cattolico, oltre al testo ufficiale Cei si trovano versioni particolari, come la Nuovissima versione dai testi originali, oppure traduzioni ecumeniche realizzate insieme da studiosi cattolici e protestanti, in particolare la Bibbia in lingua corrente. Molto diffusa è la Bibbia di Gerusalemme, originariamente scritta in francese, soprattutto per le ricche note di tipo storico e culturale. Il metodo storico-critico aiuta a comprendere il testo situandolo nel contesto dell'epoca. Poche note bastano già a disegnare il background culturale di un episodio. Con un po' di tempo e di pazienza, sarebbe senz'altro bene farsi aiutare da qualche commentario dedicato a un testo biblico o all'altro. Ve ne sono alcuni che offrono anche regole per «tradurre» il messaggio della Bibbia nella nostra vita personale.
Se dovete guidare una riflessione di gruppo sulla Bibbia, sarebbe saggio documentarsi su qualche commentario per conoscere meglio lo sfondo storico dell'episodio che state esaminando. Altrettanto importante, però, è non fissarsi su cosa dice il commento. Questo può fornire un valido aiuto alla comprensione del contesto, nonché a mettere meglio a fuoco il messaggio del brano. Tuttavia il vero lavoro consisterà nel passare dal metodo storico-critico a un'interpretazione personalizzata: una volta letto il testo sullo sfondo di tutto ciò che ero tenuto a conoscere, che cosa ha da dire al mio oggi? Qual è il messaggio che comunica a me in prima persona, o alla nostra comunità ecclesiale? A che cosa serve questo brano proprio a me, alla comprensione che ho di me stesso?
Prima di offrire un qualche aiuto pratico alla lettura della Bibbia nell'oggi, vorrei soffermarmi un attimo sulla tradizione interpretativa quale è stata portata avanti nei secoli nell'ambito del cristianesimo. Non esiste una sola maniera di interpretare le Scritture, anzi sono offerte diverse possibilità, anche sulla scia di un secolare dibattito circa l'«autentico» significato dei testi sacri. Uno sguardo dato alla tradizione ci garantisce la libertà di scegliere quel metodo che è più adatto a noi. Ed è un metodo che, volendo, può variare da un testo all'altro.
Il linguaggio della Bibbia è poetico, quindi un linguaggio aperto. In altri termini, tutta la grande poesia – che sia la Divina Commedia, il Faust di Goethe o ciò che si preferisce – va sempre e continuamente reinterpretata in modo nuovo; lo stesso vale per la Bibbia. Il testo sacro ha qualcosa di nuovo da dire a ogni epoca, sa toccare in maniera sempre diversa i cuori delle persone.
Vorrei indicare sette diversi metodi di interpretazione, che ci arrivano tutti dalla tradizione spirituale e teologica del cristianesimo. Non si tratta affatto di stabilire quale sia il metodo migliore: ognuno di essi è possibile, è positivo, e va incontro a determinate esigenze. Quindi, caro lettore e cara lettrice, vedete voi stessi con quale di questi metodi di lettura vi trovate più a vostro agio – e quale vi lascia più perplessi. Dopodiché sviluppate da voi stessi una chiave interpretativa propria, profondamente personale. Molti ritengono che questo sarebbe un procedimento arbitrario, e che bisognerebbe aderire all'unico vero significato autorizzato dalla Chiesa. Solo che è stata proprio la Chiesa, nel corso della storia, ad autorizzare tutti e sette quei metodi. Cosicché i testi biblici rimangono aperti a tanti diversi modi di interpretarli.
La Bibbia è piena di storie meravigliose e sagge. Ma se manca la giusta chiave per comprenderla, semplicemente non si sa da dove iniziare a leggere... Ci si trova di fronte a dubbi e perplessità: «Mi piacerebbe molto leggere la Bibbia, ma appena comincio, la sento difficile...