Blogger, youtuber e contagio virale

Etica nel digitale / 4

I social acquistano sempre più potere sulla nostra vita e le nostre scelte. Quanto influenzano i ragazzi e i giovani? Partendo da alcune esperienze vitali di questo tempo e dai laboratori che ci vengono proposti,  cerchiamo di approfondire con loro i rischi, i pericoli e le positività.

Contagio virale

«Il matrimonio dei Ferragnez e un capolavoro di comunicazione», ha scritto il giornalista Daniele Biaggi sulla pubblicazione Wired online, spiegando come ogni singolo particolare delle nozze tra Chiara Ferragni e Fedez sia stato monetizzato, compreso il nuovo marchio che fonde i cognomi della coppia, i Ferragnez. Un evento che potenzialmente ha coinvolto 25 milioni di utenti di Instagram, a tanto ammontano i follower dei due artisti, sommati a quelli di amici e parenti che hanno partecipato alle nozze, festeggiate in tre giorni e divenute virali molto prima della celebrazione.

Questo il caso più eclatante dello scorso anno, ma sono centinaia i giovani diventati famosi grazie alle piattaforme web, come YouTube ad esempio.
Gli adolescenti trovano queste figure divertenti, leggere, ironiche e, talvolta, irriverenti e, in una sorta di sospensione dell'incredulità, si immedesimano volentieri anche in personaggi improbabili.
Volete alcuni nomi per fare una ricerca?
Partite da Favij (4 milioni e mezzo di iscritti al canale YouTube) passate da ST3pNy (oltre 3 milioni) per approdare a Sofi e Lui, la coppia di fidanzati del canale «Me contro te», che hanno raggiunto i 2 milioni e 800 mila persone.

Attenzione, però, in mezzo a tanti contenuti simpatici e, talvolta, formativi ci sono anche fenomeni da tenere sotto controllo: ad esempio alcuni blogger, definiti «pro ana» ovvero «pro anoressia», invitano anche con tecniche psicologiche raffinate all'astensione dal cibo.
In altri casi la cosiddetta sensation seeking, la ricerca di sensazioni forti, conduce i più giovani a emulare e condividere in rete pratiche pericolose per l'incolumità personale come il camminare sui binari ferroviari, selfie e video, ripresi in equilibrio sopra gli edifici, «blackout» o «choking game» che spinge quasi al soffocamento, per sperimentare la sensazione di ebbrezza nel rinvenire.

Laboratori

1a. Come si diventa virali?

Inizialmente questa attività consiste nell'ascoltare molto i ragazzi sui motivi per i quali ritengono che un contenuto diventi virale. Si possono stimolare «tempeste di idee», focus group (gruppo di discussione), giornali murali, elaborati scritti. L'importante e fare emergere il maggior numero di elementi possibile, per comprendere quali possano essere, secondo i più giovani, i motivi della virilità dei contenuti digitali. Risulta opportuno distinguere gli oggetti di analisi in alcune macrocategorie: video, testi, foto, meme, analizzando come i contenuti si propaghino, in maniera diversa, a seconda dei social network.

Dopo questa importante operazione di ascolto che può durare anche più di un incontro, l'attività prevede di comporre una griglia, una tabella a riquadri, con una gerarchia dei motivi per i quali si ritiene che un contenuto possa avere diffusione rapida e capillare.

  • La prima fase del laboratorio può essere sufficiente a stilare una graduatoria degli ingredienti di virilità: confrontarsi insieme in relazione a questo ambito.
  • Verificare, poi, come il nostro gruppo valuti la virilità del Vangelo. Rispetto ai contenuti digitali presi in considerazione, quali sono i punti di convergenza e divergenza con la Buona Notizia? La curiosità? La novità? La ricerca del bene della persona? Altro?
  • Quali pensieri ci ispira questa frase di Vangelo: «Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti» (Mt 10,27)?

1b. Si diventa virali

Questa seconda parte del laboratorio completa la fase di analisi con una produzione, sempre a patto di avere il consenso di tutti i ragazzi e dei loro genitori su apposita liberatoria.

  • Si realizza un breve video di 60 o 90 secondi su una notizia di Vangelo ritenuta potenzialmente virale. Ad esempio, si potrebbe prendere, come frase guida: «Beati i miti, perché erediteranno la terra» (Mt 5,5) e raccontare, in maniera molto sintetica, un episodio di reazione non violenta a una vessazione avvenuta in ambiente scolastico o fra amici. La vicenda si conclude in maniera positiva per chi non ha reagito, ricalcando magari lo stereotipo del ragazzo maltrattato dai pari, che trova riscatto senza aggressività.
  • È bene avere alcune attenzioni. Partiamo innanzi tutto dalla visione di altri cortometraggi significativi, per comprenderne la struttura e i tempi delle inquadrature (pochi secondi), il ritmo e il valore della colonna sonora. Si dovrà, poi, scegliere insieme la sceneggiatura, meglio se scritta e corredata da qualche schizzo, per comprendere meglio come realizzare le inquadrature (storyboard).
  • Chiediamo supporto a qualche giovane o adulto esperto nel realizzare riprese e montaggio. Si dovrà scegliere, poi, un titolo breve e accattivante che stimoli la curiosità dell'utente medio. Si devono anche individuate alcune persone di età adeguata, molto attive e seguite sui social network che pubblichino e stimolino alla visione della nostra proposta.

2. Metànoia

Il termine di origine greca, spesso utilizzato come sinonimo di conversione, deriva dal verbo μετανοέω (metanoèo) che significa «cambiare pensiero».

Ispirandoci alla storia di Ester che fa cambiare idea al re Assuero, progettiamo, anche se poi non riusciremo a realizzarlo fino in fondo, con riprese e montaggio, una storia moderna che abbia come presupposti questi cardini: una decisione imminente di uno a danno di molti; una privazione utile allo scopo da raggiungere; l'intercessione di una sola persona, grazie alla sua bellezza, furbizia o intelligenza (non certamente con violenza e aggressivita); la liberazione.

Mettiamo in scena tale narrazione, riprendendo, perlomeno, qualche foto o meme destinato alla pubblicazione.

  • Il confronto con la vicenda biblica di Ester potrà aiutare i ragazzi a comprendere il valore dell'intercessione, il senso della privazione (per Ester e Mardocheo: il digiuno), per ottenere un risultato, e l'importanza del dono del singolo, messo a servizio della comunità.

Catechisti parrocchiali n. 4, 2019

Catechisti parrocchiali n. 4
gennaio 2019

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