C’è chi dice: «no»

Focus / 5

Bullismo, cyberbullismo... cosa sono e perché i ragazzi, gli adolescenti, li praticano, soprattutto verso i propri coetanei? Proviamo ad approfondire con loro questo tema così spinoso. 

Bullismo? No, grazie

Bullismo e cyberbullismo,realtà che sempre più spesso coinvolgono i nostri giovanissimi e creano «vittime». Ma cos'è il bullismo? E il cyberbullismo?

Per introdurre il tema, scriviamo la parola BULLISMO, a grandi lettere, su un cartellone o una lavagna, e avviamo con i ragazzi un braintorming per generare, in maniera spontanea, tutti i concetti che questo termine richiama per loro.

Sulla base di quanto emerso, suggeriamo un'attività di ricerca su bullismo e cyberbullismo: come sono definiti? Quali sono le caratteristiche simili che identificano i due fenomeni? Quali le differenze? Chi coinvolgono? Ci sono testimonianze in merito?

La violenza – non solo fisica, ma anche verbale e sociale – è l'espressione visibile del bullismo (e cyberbullismo), praticata da uno «più forte» ai danni di qualcuno «più debole». Ma cosa c'è alla radice? È davvero più forte chi bullizza un altro? Chiediamolo ai nostri ragazzi.
Domandiamo anche: come si comporterebbero di fronte a una situazione di bullismo? Troppo spesso, infatti, il bullismo nasce e cresce nell'indifferenza di quanti, pur presenti, tollerano e non intervengono, rimanendo spettatori passivi.

Stimoliamoli a «mettersi nei panni» non solo di chi è vittima, ma anche di chi è carnefice e, soprattutto, di chi è indifferente. Forse è proprio l'indifferenza l'aspetto su cui maggiormente dobbiamo lavorare con loro.

L'indifferenza, come il bullismo, deve interrogare anche noi adulti, genitori, insegnanti, educatori, troppo spesso «disattenti» ai segnali, che ci sono e che ci sfuggono!
Favoriamo in noi e nei ragazzi la consapevolezza che, solo capendo cosa si prova nel fare/subire prepotenze, solo ricercando le motivazioni di un comportamento bullizzante – o prepotente, o denigratorio – e solo comprendendo il ruolo chiave di chi si è spettatore, si può fare la differenza. «Fare la differenza» passa attraverso tanti atteggiamenti da promuovere e rafforzare, in primis l'empatia, che ci fa cogliere la prospettiva dell'altro e identificarci con lui.

Pensiamo a Gesù e a come ha smontato chi voleva lapidare la donna adultera! È da promuovere e rafforzare anche la fiducia verso noi adulti, perché soltanto «insieme» possiamo combattere, ma soprattutto prevenire il bullismo.


Logo Focus, paolineLaboratorio:
«#infobullismo»

Incoraggiamo i ragazzi a sperimentarsi e a:

  • simulare situazioni che potrebbero incontrare nella vita quotidiana, realizzando, ad esempio, scenette, alternandosi nei diversi ruoli, per capire cosa si prova nel fare/subire violenza (bullo/vittima), ma anche nel non fare nulla (spettatore);
  • individuare quali modalità, strategie e atteggiamenti possono combattere il bullismo e come promuoverli;
  • realizzare un giornalino (o blog, o infopoint) sul bullismo, dove condividere con la comunità parrocchiale e il quartiere i frutti delle ricerche, ma anche le sperimentazioni, le riflessioni, le conclusioni/suggerimenti;
  • confrontarsi con l'episodio di Gesù che perdona la donna adultera (Gv 8,1-11)

Il testo di Barbara Corsano è tratto da "Ragazzi & Dintorni", inserto di:

Catechisti parrocchiali 5 - febbraio 2020, Paoline

Catechisti parrocchiali n. 5
Febbraio 2019

Il percorso mistagogico sulla «Preghiera eucaristica», ci apre a un cuore riconoscente a Dio e agli altri, mentre siamo introdotti nella Quaresima al ritmo di una caccia al Tesoro, che è Gesù Eucaristia. Le altre rubriche focalizzano: social; narrazione; discepolato dei ragazzi disabili; festa di carnevale. Dossier è su: #noalbullismo.

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