Stare con Gesù è decidere di essere profondamente umani. Certo, nel Vangelo qualcuno apostrofa Gesù come «fuori di sé», ma non era pazzo! Di sicuro però, viveva fuori di sé perché proteso verso l'altro, il prossimo, assaporando con gusto la vita. Un percorso in musica, tratto dalla rivista "Catechisti parrocchiali", con la guida di don Matteo Zambuto.
«È fuori di sé!» (Mc 3,21): affermazione eminentemente provocatoria che troviamo nel Vangelo rivolta a Gesù! È vero che perdeva la testa per quelli che incontrava, ma non era pazzo, perché non ha mai smarrito l’uso della ragione, malgrado il suo modo di porsi fosse fuori dagli schemi ordinari. Lo vediamo fare il fratello a tempo pieno, cercare rapporti profondi, di qualità. Lo stare con lui genera una voglia di vivere incontenibile, un modo nuovo di guardare gli altri e il mondo: dopo averlo incontrato, tutto ciò che è normale diventa straordinario! (Lc 19,1-10). Esprime il suo affetto verso ciò che è piccolo e pressoché insignificante agli occhi della gente, perché nasconde e custodisce il vero tesoro (Mt 13,44-52); dichiara il suo amore per i poveri, i bambini, i giovani, gli ammalati, ma anche per gli uccelli del cielo, i gigli e l’erba del campo (Mt 6,25-33).
Gesù è Amore a tutto tondo, perché esce da sé per incontrare, comunicare, assaporare la vita e per insegnare a rendere felice l’altro, mettendolo al centro. Ecco dove Gesù esprime la sua genialità: mentre gli altri dicono «conosci te stesso!», «pensa a te stesso!», lui afferma «dona te stesso!». Questo è il segreto, fondamento della sua risurrezione: «l’amore vince la morte!». Avendo puntato tutto sul dono di sé, Gesù non si lascia ingabbiare dalla formalità né intimidire da coloro che usano la religione per il proprio tornaconto: scopriremo che stare con lui è decidere di essere profondamente umani!
In questa unità ci faremo aiutare da Ama gli altri di Massimo di Cataldo, L’amore è di Syria e Per nome di Paolo Auricchio.
Per essere pienamente se stessi bisogna avere un costante riferimento alle proprie radici. Potrebbe essere un buon inizio coinvolgere i ragazzi con queste domande:
A prima vista potrebbe sembrare che la libertà preceda l’amore, perché entrare in un rapporto d’amore dipende da una scelta libera ma, in realtà, si diventa liberi solo in un contesto d’amore: l’amore è il sacramento della libertà!
È di fondamentale importanza che i ragazzi comprendano che l’amore è la verità scritta nella stoffa della vita: non è un’opinione che può mutare a seconda di come tira il vento, ma una certezza, una cosa che vale per sempre!
Il più grave errore è scordarsi di questo, come ricorda la canzone Ama gli altri che trovate su YouTube: «Ama gli altri come te, l’hai scordato ormai». Chiedete ai ragazzi:
Spiegate ai ragazzi che una cosa è vera se corrisponde al loro desiderio profondo, perché la regola massima della vita è l’evidenza, che è la correlazione tra il desiderio e la realtà; quanto si desidera, infatti, esiste realmente, c’è, ed è per sempre! Questa in fondo è la sfida che lancia il cristianesimo targato «amore»! Fatevi aiutare dalla canzone Syria - L’amore è [radio edit] (Official Video), che trovate su YouTube. Se siete in presenza, testo alla mano, chiedete di sottolineare le frasi che esprimono il significato profondo dell’amore e di leggerle ad alta voce, commentandole. Il refrain, «L’amore è la luce che uno ha dentro di sé», evidenzia la bellezza dell’amore come luce:
Abbiamo visto che il senso della vita non può prescindere dall’amore: saremmo opere incompiute, senza spina dorsale.
In questo ultimo passaggio ascoltate Per nome di Paolo Auricchio, che trovate su YouTube e Spotify, con il testo alla mano, se siete in presenza, e aiutate i ragazzi a comprendere che la vita ha dentro di sé il germe dell’eternità:
«Il più felice dei felici è chi fa altri felici»;
«La gioia è una cosa strana: più ne dai e più ne hai»;
«Se non sono esteticamente bello, posso sempre essere un ciclone di simpatia»;
«La depressione e la noia non sono di casa nel Vangelo»;
«Quando fai bei gesti non scriverlo sui manifesti»;
«Gesù non ama la muffa sotto i piedi».