Il catechista che sa comunicare

Oggi si comunica tanto, forse troppo, a volte male... anche nell'incontro di catechesi. Proviamo, allora, a dare voce ad alcuni elementi necessari perché si realizzi una comunicazione corretta, autentica, efficace. Il catechista non può abbassare la guardia: è chiamato a essere un buon comunicatore. Indicazioni, suggerimenti e tecniche possono aiutare!

Ricordiamo, a questo proposito, alcune leggi fondamentali della comunicazione.

♦ Non si può non comunicare. In qualunque momento si comunica. Ogni gesto è comunicazione, anche il silenzio o l'immobilità.

♦ Si comunica più con gli atti (gesti, atteggiamenti cioè vita) che con le parole. Da questo deriva la necessità, per il catechista, di essere consapevole dei messaggi che continuamente passano attraverso i suoi gesti e azioni, che per i fanciulli e i ragazzi sono già catechesi.

♦ La comunicazione esige di essere integrata e non simmetrica o complementare. È necessario cioè creare con i catechizzandi rapporti paritari rispetto al valore proprio delle persone, ma che distinguano chiaramente il ruolo del catechista (educatore, guida) e del fanciullo (che sta imparando e crescendo).

♦ Comunicare Cristo è la più grande fortuna che possa capitare nella vita. Il suo messaggio è talmente splendido e affascinante da non poter non catturare i destinatari della nostra comunicazione. Il Vangelo è una miniera fantastica dal punto di vista degli spunti metodologici.

UNA BUONA METODOLOGIA

Come abbiamo scritto più volte, per comunicare con una buona metodologia occorre mettersi in relazione con i destinatari, conoscerli bene, sapersi mettere in gioco con loro, porsi sempre in ascolto.

Ecco alcune importanti attenzioni

  • Conoscere e vivere i contenuti e proporli parlando alla vita dei destinatari con una catechesi esperienziale.
  • Usare diversi linguaggi: parola, teatro, musica, canto, dialogo, immagini, gioco, narrazione... Essere attenti all'uso del corpo, primo comunicatore, avendo cura a come si gestiscono: la voce, lo sguardo, l'espressione del viso, i gesti, le mani, il vestire...
  • Preparare attentamente quanto serve per lo svolgimento dell'incontro e avere cura nella preparazione dell'ambiente.

COME CONDURRE UN INCONTRO DI CATECHESI

catechista comunicazione paolineArrivare prima dell'incontro e stare con i ragazzi: i momenti informali che precedono l'inizio degli incontri sono un'importante opportunità per conoscere i fanciulli, per giocare con loro, chiacchierare su ciò che è successo durante la settimana e far passare il messaggio implicito che si sta bene con loro e si ha sempre voglia di incontrarli.

Preparare precedentemente la sala di catechismo. Metterla in ordine: un ambiente disordinato e confusionario invita a fare confusione e non fa sentire accolti e attesi; approntare tutto ciò che serve per l'incontro.

Gestire il modo con cui i catechizzandi entrano nell'ambiente: richiamarli in gruppo, precederli nell'ingresso della sala dell'incontro, far riporre giacche e borse sono modi per dire che ci si sta preparando a qualcosa di importante che richiede la loro attenzione.

Scegliere bene la posizione da cui si parla che deve essere visibile per tutti. La soluzione ideale, quando è possibile, è far mettere i catechizzandi seduti in cerchio o semicerchio, così che tutti possano vedere bene il catechista, che a sua volta dovrebbe alternare momenti in cui sta seduto ad altri in cui si alza e si muove, mantenendo così sempre viva l'attenzione su di sé.

Iniziare sempre l'incontro con una preghiera. È un momento importante, dopo aver salutato gli amici si saluta anche Gesù. Lo si può fare con una preghiera recitata o spontanea, con un canto, con un gesto da fare insieme.

Richiamare, eventualmente, il tema dell'incontro precedente. Fare memoria dell'idea centrale può aiutare a rinforzarla, a verificare se i fanciulli l'hanno davvero percepita e ricordata e creare un'unione fra tutto quello che si fa insieme.

Introdurre l'argomento dell'incontro partendo sempre da un'idea centrale e descrivendo che cosa si farà durante l'incontro. Soprattutto con i fanciulli, è importante non essere dispersivi e focalizzare il tema portante e le attività che si faranno insieme. In questo modo i fanciulli sanno fin dall'inizio come si svolgerà l'incontro e non chiederanno continuamente che cosa si farà dopo. L'idea centrale, oltre che a parole, può essere introdotta anche con un gioco, una dinamica, una breve storia che la pongano in evidenza.

Proporre i contenuti organizzati in parti o nuclei ben preparati e supportati da esempi, racconti... che riconducano l'argomento trattato alla vita dei fanciulli ripetendo con chiarezza le idee più importanti. Questa parte, di solito la centrale dell'incontro, non dovrebbe durare più di quindici minuti.

2 catechista comunicazione paolineFar scaturire l'annuncio dalla parola di Dio, come propongono molto bene i catechismi della Chiesa italiana.

Trovare il modo di passare dalle idee alla vita quotidiana dei fanciulli, aiutati da loro stessi nella ricerca delle implicanze dell'annuncio con il contesto familiare, scolastico, sociale, ecclesiale...

Riassumere il tema dell'incontro in una formulazione breve, che spesso si trova negli stessi catechismi.

Verificare quanto i fanciulli hanno compreso, utilizzando domande brevi, dinamiche, quiz... Questo non significa trasformare la verifica in una interrogazione o in un compito scritto, ma trovare strategie divertenti e coinvolgenti per far sì che i fanciulli condividano le cose che li hanno colpiti o interessati maggiormente.

Concludere con un momento di preghiera, spontanea o preparata, sul tema dell'incontro.

L'articolo è tratto dalla rivista  Catechisti Parrocchiali.


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