Una proposta di celebrazione penitenziale da vivere con i ragazzi della catechesi tratta dalla rivista "Catechisti parrocchiali".
Si predispone al centro della sala – se si svolge in chiesa: davanti all’altare – un pezzo di stoffa, come un mantello, ben visibile. Si preparano piccoli mantelli di carta (come nel disegno), penne, post-it e fogli con l’esame di coscienza, qui riportato, sufficienti per tutti. È bene invitare anche i genitori.
Canto: Incontrarci Signore con te (G. Tranchida, in La gioia di stare con te, Paoline)
S. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.
Catechista. C’è un indumento che, oggi, ci accompagna e che vedete: un mantello. Esso è simile a quello di Gesù e ci ricorda l’esperienza di una donna che ha avuto il coraggio di toccarlo, correndo il rischio di essere rimproverata. La donna è un esempio per noi: ha un desiderio così grande di toccare Gesù che trova il modo per farlo. A volte il sacramento della riconciliazione ci può intimorire, perché ci vergogniamo di esporci e raccontare i nostri peccati, di palesare, cioè, quei comportamenti, che non sono stati positivi. Ma se osiamo affidarci a Gesù, egli ci viene incontro, ci perdona e possiamo affacciarci alla vita con libertà e gioia.
Acclamazione al Vangelo
S. Il Signore sia con voi.
T. E con il tuo spirito.
S. Dal Vangelo secondo Marco.
T. Gloria a te, o Signore.
Si legge la prima parte del brano (5,25-28).
1 Lettore. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata».
Si chiede ai ragazzi di completare il racconto: come finirà? Si provocano, poi, con alcune domande: la donna ha il coraggio di toccare il mantello di Gesù, cosa la spinge? Se non fosse riuscita a toccarlo, come avrebbe potuto risolversi la sua situazione di infermità?
2 Lettore. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Canto: Benedetto nei secoli
Catechista. La donna ha un desiderio così forte di guarire che vuole toccare Gesù, perché si fida di lui, anche se potrebbe ricevere un rimprovero; a una donna, infatti, con perdite di sangue era proibito toccare altre persone. Pure ciascuno di noi nutre un desiderio, mira a un beneficio da chiedere, che magari non ha rivelato a nessuno… Se ci fidiamo di Gesù, che vuole il nostro «vero bene», non dobbiamo avere paura di toccare il suo mantello.
Segno. Ognuno scrive sul post-it il suo desiderio e lo attacca sul «mantello di Gesù».
Catechista. La donna rischia di nuovo: dice tutta la verità! E Gesù le dona la salvezza e la pace. Come ha agito con lei, Gesù agisce con noi. Se ci rivolgiamo a lui con sincerità, ci dona il perdono. A volte abbiamo timore di rivolgerci a Gesù perché non facciamo quello che ci insegna e abbiamo offeso qualcuno. Eppure il Maestro accoglie e guarisce questa donna, le vuole bene così com’è.
Mettiamoci, ora, davanti a Gesù in silenzio, riflettendo sulle domande che troviamo sul foglietto.
Il catechista distribuisce a ciascuno il foglio con l’esame di coscienza e una penna.
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